Roma. Castel Sant'Angelo.2017.


Castel Sant’Angelo è tra i monumenti più antichi di Roma.
Da mausoleo, diventò in epoca medioevale una fortezza inespugnabile. Ma la sua più importante trasformazione si ebbe in epoca papale, dal 1367  le chiavi dell’edificio vennero consegnate a papa Urbano V, per sollecitare il rientro della Curia a Roma dall’esilio avignonese e da questo momento il monumento si legò fortemente ai pontefici, i quali lo adattarono a propria residenza.
Nel VI secolo fu trasformato in una fortezza papale. Fu Papa Gregorio Magno nel 590 a dare il nome di Castel Sant'Angelo dopo aver visto un angelo apparire al di sopra dell'edificio per annunciare la fine dell'epidemia di peste a Roma.
La Sala della Biblioteca e' un tipico esempio di decorazione di gusto antiquario che unisce scene dipinte a fresco a bellissimi fregi realizzati a stucco, il tutto inserito in un contesto di fantasiose grottesche ispirate a quelle gia' celebri dellaDomus Aurea neroniana. Il progetto decorativo intendeva celebrare le virtu' del pontefice regnante con accostamenti alle passate glorie e virtu' dei personaggi dell'antica Roma.

Sala Paolina. La sala prende il nome dal pontefice Paolo III Farnese che ne fece il salone di rappresentanza del proprio appartamento. Gli affreschi sulla volta sono scene della Vita di Alessandro Magno) e sulle pareti storie di San Paolo. Le figure di Adriano e di San Michele, numi tutelari del castello, completano il ciclo. 
Sul fondo della sala, uno splendido corridoio pompeiano conduce al piano superiore.
Il corridoio pompeiano, il passaggio che collega la Sala Paolina alla Sala della Biblioteca, così chiamato per la fitta decorazione a grottesche che lo riveste interamente.

Il Passetto di Borgo che unisce il Vaticano al Castello. 
Nel 1367 le chiavi di Castel Sant’Angelo vengono date a papa Urbano V per esortare il rientro dall’esilio avignonese della Curia a Roma, il suo destino si lega a quello dei pontefici che lo trasformano in una residenza in cui stare al riparo dai pericoli.
Sulla dx le mura del Passetto di Borgo che unisce il Castello al Vaticano.

I depositi alimentari venivano illuminati dalle oliere, dove dentro ottantatrè giare di terracotta veniva, appunto, conservato l’olio. Il liquido costituiva, però, anche un’arma micidiale: veniva gettato bollente sui nemici dall’alto delle mura del Castello. 
Il bagnetto di Clemente VII Medici, che chiamò Giovanni da Udine, allievo di Raffaello, ad affrescare l’ambiente con una fitta decorazione ricca di sfingi, delfini, fantasiosi animali marini, simboli araldici e scene mitologiche allusive all’elemento dell’acqua.

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