POMPEI.
Il Vesuvio visto dagli scavi di Pompei. Nel 1997, l’Unesco ha dichiarato Pompei Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Pompei è il risultato della terribile eruzione del Vesuvio che il 29 agosto nel 79 d.C. distrusse uno dei principali centri portuali del Mediterraneo, trasformandolo in una delle più affascinati aree archeologiche del mondo.
Siamo entrati nell’area archeologica da Porta Marina percorrendo il viale delle Ginestre, che costeggia la cinta muraria. Porta Marina ad ovest conduceva al porto, costituita da una imponente galleria con due passaggi, uno pedonale e uno per i carri. La porta Marina è tra le sette porte di Pompei la più maestosa.
Porta Marina e cinta muraria.
Scavi di Pompei.

Scavi di Pompei.
Casa di Trittolemo. Chiusa.
Deve il suo nome al celebre affresco nel triclinio che raffigura Trittolemo, l’eroe che trasmise agli uomini la conoscenza dell’agricoltura, mentre riceve un cesto di spighe dalla dea Persefone.
Resti di una casa di Pompei.
Resti di una delle botteghe di Pompei.
La statua di Dedalo di Mitoraj.
In tutta la sua imponenza sembra voler dare il benvenuto ai visitatori. La statua è collocata accanto al Tempio di Venere ed è stata donata a Pompei dalla fondazione Mitoraj.
Tempio di Venere. Questo importantissimo luogo di culto è dedicato a Venere, protettrice della città e della navigazione, era stato istituito già nella seconda metà del II sec. a.C, rivolto alla valle del Sarno e al mare.
La Basilica di Pompei.
Costruita nel 120-78 a. C.E era un luogo pubblico il più importante della città in cui veniva amministrata la giustizia, luogo di incontro e centro degli affari. 
La Basilica di Pompei.
Il più importante e più antico edificio pubblico della citta, fu costruita nel 120-78 a.C.
Inizialmente aveva funzioni anche di mercato coperto e nel l secolo d. C. acquistò quello di sede di amministrazione della giustizia con sentenze civili e commerciali.
Sullo sfondo il Vesuvio visto dal Foro di Pompei. Il Foro di epoca romana, era la piazza principale della città, dove si svolgevano le principali funzioni civili, religiose e commerciali, e così come nelle altre città dell'Impero anche a Pompei era riservato solo ai pedoni.
Il Foro di Pompei fu sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79.
Il Foro.
Il colonnato con il doppio ordine di colonne.
Il Foro.
Il tempio di Apollo. Una imponente gradinata conduce sopra all'alto podio con il sacrario circondato da 28 colonne corinzie.
Davanti alla gradinata spicca ancora il maestoso altare all'aperto, dell'epoca repubblicana.

Il Foro.
Il tempio di Apollo. Una imponente gradinata conduce sopra all'alto podio con il sacrario circondato da 28 colonne corinzie.
Davanti alla gradinata spicca ancora il maestoso altare all'aperto, dell'epoca repubblicana.
Il Macellum di Pompei era situato sul Foro e come mercato delle provviste (o macellum) di Pompei era uno dei punti nevralgici della città antica. Quando il terremoto del 62 d.C. distrusse gran parte di Pompei, anche il Macellum fu danneggiato e non era stato completamente riparato fino all'eruzione del 79 d.C.
Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Uno degli edifici visitabili solo dall’esterno, nell’area del foro di Pompei, sono i Granai, che ospitano attualmente la più grande collezione archeologica della città antica.
L’ex mercato della frutta e verdura è oggi sede di una cospicua collezione di reperti, 9000 oggetti tra anfore da trasporto, ceramica da mensa e da cucina, sculture in marmo, e calchi in gesso di particolare suggestione.

Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Si conservano il vasellame in uso a Pompei negli ultimi decenni di vita della città prima dell’eruzione, pentole, brocche, piatti e anche fornelli per la cottura dei cibi, oggetti assolutamente importanti per ricostruire la vita quotidiana di una città antica.
Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Si conservano anfore, brocche, utilizzate soprattutto per il commercio del vino. 
Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Il più grande magazzino di Pompei.
Alcuni calchi in gesso di vittime.
Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Tavoli in marmo, vasche per fontane, capitelli, calchi in gesso di vittime. 
Reperti archeologici nei Granai della città antica.
Tavoli in marmo, vasche per fontane, statue che adornavano le domus più ricche, nella tecnica inventata dall’allora direttore che ebbe l’intuizione di colare gesso liquido all’interno dei vuoti nella cenere consolidata ottenendo così l’impronta lasciata da essi.
Bagni Pubblici .
Accanto al deposito di materiale archeologico, si trova un vano latrina, su tre lati dell’ambiente presenta un canale di scolo sul quale erano poggiati dei sedili in muratura o in legno. L’uso della latrina era, come consuetudine, di tipo collettivo.
L'arco trionfale di Augusto.
L'atrio della Casa di Pansa. Chiusa.
Questa è una delle maggiori case aristocratiche di tutta Pompei con la classica struttura romana, un atrio centrale circondato da sale e stanze disposte in maniera geometrica.
Internamente la Casa di Pansa presenta un peristilio circondato da 16 colonne di tufo e al centro del quale si trova una piscina.
Termopolio Caupona.
I thermopolia erano locali simili ai nostri fast food, caratteristici e molto diffusi in tempo dei Romani, dove si servivano bevande e cibi caldi. Aperti sulla strada, con un bancone in muratura spesso decorato, in cui erano incassate le giare che contenevano la merce. La Casa della Fontana piccola. E' una delle abitazioni più eleganti della città, in cui l’acqua sgorga da una maschera marmorea di Sileno. Sullo sfondo un dipinto murale raffigurante una scena di paesaggio marittimo.
Casa della Fontana piccola.
La Casa della Fontana piccola.
Gli affreschi delle camere. La casa sarebbe appartenuta a un
mercante di frutta.
La Casa della Fontana piccola.
Gli affreschi delle camere.
Casa della Fontana grande. Chiusa.
In fondo al giardino di questa casa in via di Mercurio si trova una grande fontana decorata con mosaici. Gusci di molluschi sono usati per marcare i profili del ninfeo, mentre due mascheroni teatrali, incastrati alla base degli stipiti, chiudono l’originale decorazione. Dal centro dell’Abside, sgorgava l’acqua che, cadendo su una scaletta in marmo, creava un singolare gioco prima di finire in una vasca.
Le Domus in via di Mercurio. Chiusa.
Via di Mercurio.
Una delle 41 Fontane antiche Pompeiane
tutte di forma squadrate, disseminate nel sito archeologico.
Affreschi all'esterno di una domus chiusa.
Affreschi all'esterno di una domus chiusa.
La Casa dei Dioscuri.
La casa dei Dioscuri è una casa di epoca romana, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei.
Si tratta di una delle abitazioni più vaste e meglio decorate della città. Un insieme di tre abitazioni, unite tra loro durante l'età augustea.
La Casa dei Dioscuri.
Peristilio, cortile circondato da colonne.
Peristilio, cortile circondato da colonne.
La Casa del Fauno.
E' tra le più belle e sfarzose delle domus pompeiane.
La Casa del Fauno.Il mosaico della battaglia di Isso, uno dei più celebri mosaici del mondo antico, oggi è conservato al Museo Archeologico di Napoli, mentre quello che si può ammirare a Pompei è una copia.
La Casa del Fauno.
Il mosaico della battaglia di Isso, rappresenta lo scontro, avvenuto nel 333 a.C., fra l’armata di Dario III, re dei persiani, e l’esercito macedone guidato da Alessandro Magno.
Al centro della stanza è posto l'impluvium, realizzato in travertino, nella vasca fu ritrovato un satiro danzante, erroneamente interpretato come un fauno, oggi conservato al Museo Nazionale di Napoli.
La statua in bronzo, raffigurante un satiro danzante, posta nell'impluvium della casa.
L'Edificio della Sacerdotessa Eumachia.
Il portale, con un delicato rilievo marmoreo, decorato con ghirlande di foglie di acanto con uccelli, rettili e insetti. L'interno dell'edificio è a corte aperta con ruderi in mattoni rossi. L'edificio risale all'epoca di Tiberio all'inizio del I secolo d.C. ed era adibito a quartier generale di lavandai e lavoratori di tessuti.
Eumachia, era l'erede di una fiorente attività commerciale legata all’industria della lana da parte del marito.
Via dell’Abbondanza è la via che attraversa la città nel lato più lungo da est a ovest fino al Foro. Su via dell’Abbondanza si affacciano le domus più importanti e i negozi più belli specie nella zona pedonale ed in prossimità del Foro.
La fontana di via dell'Abbondanza.
A Pompei non tutte le case avevano l’acqua, anche perché era a pagamento, e chi non poteva permettersela si serviva delle numerose fontane dislocate nella città oppure la raccoglieva tramite l’impluvium.
Le Terme.
Le Terme.
Le Terme.
Il più grande degli impianti termali della città, esteso su un intero isolato della IX regio, era in costruzione al momento dell’eruzione.
Le Terme si trovano all’incrocio tra via di Nola e via Stabiana, ma l’ingresso principale si apre su via di Nola.
Le Terme di Pompei.
Il Calidarium (per il bagno caldo) il grande labrum marmoreo (bacino con acqua fredda) utilizzato per rinfrescarsi, che presenta un’iscrizione in bronzo lungo l’orlo, con il nome dei magistrati che ne finanziarono la realizzazione.

Le Terme di Pompei.
Il Calidarium (per il bagno caldo), il grande labrum marmoreo (bacino con acqua fredda) utilizzato per rinfrescarsi, che presenta un’iscrizione in bronzo lungo l’orlo, con il nome dei magistrati che ne finanziarono la realizzazione. 
Le Terme di Pompei.
Le terme avevano una zona donne e una uomini. La parte dedicata gli uomini è più grande, presenta uno spogliatoio da cui si accede alla vasca circolare per i bagni freddi e a quella per i bagni più caldi dove è conservato un enorme braciere che serviva a scaldare la stanza.
Le Terme di Pompei.
Frigidarium del reparto maschile. La vasca per i bagni in acqua fredda.
Nel frigidarium c’è una grande vasca in cui fare il primo bagno. La vasca per i bagni in acqua fredda.
Nel tepidarium, si riescono ancora oggi ad ammirare le figure maschili in terracotta (telamoni) che decoravano le nicchie per riporre abiti e oggetti per il bagno.
Le Terme di Pompei.
Nel tepidarium, si riescono ancora oggi ad ammirare le decorazioni in stucco.
Nel tepidarium, si riescono ancora oggi ad ammirare le figure maschili in terracotta (telamoni) che decoravano le nicchie per riporre abiti e oggetti per il bagno.
Nel tepidarium, si riescono ancora oggi ad ammirare le figure maschili in terracotta (telamoni) che decoravano le nicchie per riporre abiti e oggetti per il bagno.
Nel tepidarium, si riescono ancora oggi ad ammirare le decorazioni in stucco.
Il tepidarium, era la parte destinata ai bagni in acqua tiepida.
Terme.
Terme.
Sullo sfondo la casa di Marco Lucrezio.
Chiamata anche Casa delle Suonatrici dal nome della strada dove si trova. La dimora fu scavata negli anni 1846-1847 e 1851-1852 in occasione della visita dei Gran Duchi di Russia che assistettero ad uno scavo ordinario del 17 maggio 1852.
La casa di Sirico.
Scavata nella seconda metà dell’Ottocento, è una grande abitazione frutto dell’aggregazione di due dimore una con ingresso su via Stabiana e una sul vicolo del Lupanare.
Il nome del proprietario, Publius Vedius Siricus, è noto grazie al rinvenimento di un anello-sigillo in bronzo; il
personaggio era un esponente della classe politica e commerciale di Pompei.

La Casa Sirico.
La Casa Sirico.
Nella sala da pranzo della Casa di Sirico sono esposti tre dei calchi degli Scheletri ritrovati.
La Casa di Sirico è stata oggetto di un intervento previsto dal Grande progetto Pompei, di messa in sicurezza e restauro.
La Casa Sirico.
L’atrio e l’arredo marmoreo disposto intorno all’impluvio.
La Casa Sirico.
L’atrio e l’arredo marmoreo disposto intorno all’impluvio.
LA CASA DI SIRICO.
La casa di Sirico, scavata nella seconda metà dell’Ottocento, è una grande abitazione, frutto dell’aggregazione di due dimore una con ingresso da via Stabiana 25, l’altra da vicolo del Lupanare 47.
LA CASA DI SIRICO.
La casa di Sirico, scavata nella seconda metà dell’Ottocento, è una grande abitazione, frutto dell’aggregazione di due dimore una con ingresso su via Stabiana e una sul vicolo del Lupanare.
La Casa di Sirico.
Domus Sirici è il risultato dell’annessione di due precedenti costruzioni, una con ingresso su via Stabiana e una sul vicolo del Lupanare.
Il Lupanare.
Il letto e capezzale in muratura. Il “mestiere più antico del mondo” veniva praticato anche a Pompei, ma era dedicato solo a schiavi e poveri. I ricchi non andavano al lupanare, ma usavano la casa per i loro piaceri.
Il Lupanare.
Il Lupanare, da lupa che in latino significa prostituta, era il più importante dei numerosi bordelli di Pompei.
Sopra la porta delle celle c’erano dei dipinti erotici che illustravano le specialità della casa.
Una delle 41 Fontane antiche Pompeiane
tutte di forma squadrate, disseminate nel sito archeologico.
Continuando su via dell’Abbondanza, nella zona pedonale, si raggiunge il Foro, la piazza principale della città, su cui si affacciavano gli edifici più importanti e dove si svolgeva il mercato.

Il Foro di Pompei.
Il Foro di Pompei.
Il colonnato con il doppio ordine di colonne.
La statua del Centauro di Igor Mitoraj al Foro.
Il Foro di Pompei.
Nel lato occidentale si trovava il tempio di Apollo mentre all’estremità della piazza si ergeva il tempio di Giove.
L’Arco di Druso.
L'Arco di Nerone.
L'Arco di Caligola e sullo sfondo la Via di Mercurio.
L’Arco collocato sul principio della strada di Mercurio, probabilmente eretto in onore di Giulio Cesare Germanico detto Caligola, poiché nelle vicinanze fu trovato una statua equestre, forse raffigurante l’imperatore Caligola, che probabilmente era posta sulla sommità dello stesso arco.

Tempio del Genius Augusti.
All’interno, su un podio raggiungibile da due scale laterali, sorgeva la cella dentro cui era collocata la statua del culto. Al centro dell’area sacra è visibile un altare marmoreo decorato a bassorilievo.
Il Foro Triangolare è situato a sud-ovest del Teatro Grande e del Quadriportico dei Gladiatori in una Posizione su un costone di origine vulcanica a picco
sulla pianura sottostante.
Il Foro Triangolare è situato a sud-ovest del Teatro Grande e del Quadriportico dei Gladiatori su un costone di origine vulcanica a picco sulla pianura sottostante.
Il Foro Triangolare è situato a sud-ovest del Teatro Grande e del Quadriportico dei Gladiatori su un costone di origine vulcanica a picco sulla pianura sottostante.
Il Teatro Grande di Pompei.
Il Teatro di Pompei risale al V secolo a.C. e ha subito vari rimaneggiamenti col passare degli anni.
Il Teatro Grande di Pompei. Il Teatro di Pompei risale al V secolo a.C. e ha subito vari rimaneggiamenti col passare degli anni.
Il Teatro Grande di Pompei.
Nel Teatro Grande venivano messe in scena le opere greche, il mimo e l'Odeion, all'interno del quale si tenevano principalmente declamazioni di versi poetici e spettacoli musicali.
Il Teatro Grande di Pompei.
Il Teatro di Pompei risale al V secolo a.C. e ha subito vari rimaneggiamenti col passare degli anni.
Il Teatro Grande di Pompei.
Panorama degli scavi di Pompei.
Panorama degli scavi di Pompei.
Panorama degli scavi di Pompei.
Il Teatro Grande di Pompei.
Il Teatro di Pompei risale al V secolo a.C. e ha subito vari rimaneggiamenti col passare degli anni.
Il Teatro Grande di Pompei.
Tempio di Esculapio (Giove Melichio).
Casa degli Epidii. Chiusa.
Residenza di L. Rapinasi Optati.
Una scultura facciale all'ingresso della Casa di Rapinasi
Casa del Citarista. La casa fu chiamata "del Citarista" in seguito al rinvenimento di una statua bronzea di Apollo suonatore di cetra. (oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli).
Casa di Casca P. Servilius Casca Longus.
Fu uno dei responsabili della congiura contro Cesare. La casa deve il nome al nome inciso sulla pregevole base in marmo composta da tre gambe a forma di leone il cui scopo era sorreggere un tavolo sicuramente in marmo.
Casa con taberna.
Un locale commerciale arredato in modo rustico, dove potevano degustare vini e cibi.
Fullonica di Stephanus.
Fullonica di Stephanus.
Questo edificio era un’antica lavanderia portata alla luce dagli archeologi nel 1911 e tuttora molto ben conservata. E' l’unica delle quattro fulloniche di Pompei rimessa quasi completamente a nuovo. L’ingresso è molto ampio, molto simile a quello di una bottega, in modo tale da consentire il passaggio continuo dei clienti. 
Fullonica di Stephanus.
Fullonica di Stephanus.
Alcune delle vasche usate per lavare i vestiti nella Fullonica di Stephanus.
Casa Criptoportico.
Casa Criptoportico.
Casa Criptoportico.
Casa di Pasquius Proculus. Il “Poeta tragico”.
Casa di Pasquius Proculus. Il “Poeta tragico”
La Domus di Paquio Proculo o di Paquius Proculus è collocata in via dell'Abbondanza, nell’insula subito dopo quella del Criptoportico. E’ una piccola domus dotata di un grande peristilio.
La casa è così chiamata perchè attribuita al panettiere (pistor) Paquio Proculo, che divenne duoviro di Pompei. Stando alla diffusa propaganda elettorale era il cittadino più influente, e forse il più ricco, del quartiere.
Casa di Pasquius Proculus. Il “Poeta tragico”.
Il mosaico si trova all’ingresso della domus del “Poeta tragico”.
Ingresso della Casa del Poeta Tragico.
Il celebre mosaico con la scritta CAVE.C AN EM visibile sul pavimento d’ingresso della Casa del Poeta Tragico.
Uno dei più celebri mosaici dell’antichità, quello che reca la scritta “Cave Canem” e raffigura il miglior amico dell’uomo legato.Casa di Fabius Amandio.
La Casa di Fabius Amandio, è un tipico esempio di piccola casa per il ceto medio pompeiano, stretta e allungata, costruito interamente con blocchetti in lava vesuviana. Rispetto alle grandi case, questa è un’abitazione in miniatura sviluppata su due livelli, con il superiore dotato di un lungo balcone affacciato su Via dell’Abbondanza.
Larario nel Thermopolium di Vetutius Placidus,(Lari).
Il "thermopolium" è una specie di "tavola calda". L'affresco rappresenta il genio della casa, affiancato dai Lari e dai Penati con Mercurio sulla sinistra e Bacco sulla destra.
Larario nel Thermopolium di Vetutius Placidus,(Lari).
Larario nel Thermopolium di Vetutius Placidus, dedicato agli dei protettori della casa (Lari), al Genio protettore del proprietario, al dio del commercio (Mercurio) ed al dio del vino (Dioniso).
Larario nel Thermopolium di Vetutius Placidus,(Lari).
Questa casa aperta su via dell’abbondanza, è la bottega di un commerciante, il quale insieme agli artigiani godeva di uno status sociale elevato, che prima era riservato solamente ai grandi proprietari di terra.
Larario nel Thermopolium di Vetutius Placidus,(Lari).
Nel thermopolium venivano serviti piatti caldi e bevande, conservate in grandi giare incassate direttamente dentro al bancone costruito in muratura. Quando tra il 1912 e il 1939 questo spazio venne riportato alla luce, dentro ad una delle giare furono ritrovati tre chili di monete, a testimonianza del fatto che gli affari andavano benissimo.
La Casa del Frutteto, detta anche Casa dei Cubicoli Floreali o Casa di Euplia, conserva uno tra i più begli esempi di pittura di giardino a Pompei. In genere questo tipo di pittura era realizzata negli ambienti di rappresentanza dell'edificio, qui invece, è nell'area privata della casa. Gli affreschi, realizzati con estrema precisione, permettono di individuare alcune specie di alberi da frutto: Limone, fico, corbezzolo.
La Casa del Frutteto.
Chiamata anche Casa dei Cubicoli Floreali o Casa di Euplia.
I Mosaici Geometrici.
Un giardino luminoso della Casa del Frutteto a Pompei, immaginato di giorno nel pieno rigoglio del verde, con una precisione di dettagli tale da rendere possibile il riconoscimento delle specie vegetali.
La Casa del Frutteto, detta anche Casa dei Cubicoli Floreali o Casa di Euplia.
La Casa del Frutteto, detta anche Casa dei Cubicoli Floreali o Casa di Euplia.
Il grande albero di fico, immerso nel buio, cui è avvinghiato un serpente dipinto nei cubicoli floreali della Casa del Frutteto a Pompei.
Resti di una Bottega.
Pubblicità elettorale in Via dell'Abbondanza.
Casa del Moralista. Chiusa.
La Casa di Octavius Quartio.
Pittura murale nell'interno della casa di Octavius Quartio.
Casa di Octavius Quartio.
Scena di caccia.
Casa di Octavius Quartio.
Affreschi con motivi egizi.
Casa di Octavius Quartio.
Affreschi con motivi egizi.
Casa di Octavius Quartio.
La Casa di Octavius Quartio.
Edicola con affresco di Piramo e Tisbe.
Casa di Octavius Quartio, una struttura delle più grandi ville di campagna dell’aristocrazia del tempo.
Casa di Octavius Quartio.
Affresco di Pyramus e Thisbe che si suicidano.
Casa di Octavius Quartio. Riproduzione della statua della musa Erato o Mnemosyne.
Casa di Octavius Quartio.
Affresco frontale, Narciso in primavera.
Casa di Octavius Quartio.
l'Anfiteatro di Pompei, costruito nel 70 a.C., è tra i più antichi e meglio conservati al mondo. La struttura era destinata alle manifestazioni sportive e ai combattimenti tra gladiatori e accoglieva oltre 20.000 spettatori.
L'Anfiteatro di Pompei è tra i più antichi e meglio conservati al mondo.
Città di Pompei.
Santuario della Beata Vergine del Rosario.
Città di Pompei.
Santuario della Beata Vergine del Rosario.
Il campanile monumentale in stile corinzio, è visibile anche a chilometri di distanza.
Città di Pompei.
Il campanile, ha l'ingresso da una porta di bronzo, e ha cinque piani.
La cupola centrale fu affrescata nel 1942 da Angelo Landi, che vi dipinse La visione di San Domenico, ossia il trionfo della Vergine, che attraverso la preghiera del Rosario accoglie sotto il suo manto i fedeli.
Interno del Santuario della Beata Vergine del Rosario.
Il Santuario della Beata Vergine del Rosario fu edificato nel 1901, mentre il campanile, alto 80 metri, fu ultimato nel 1925.
Interno del Santuario della Beata Vergine del Rosario.
Interno del Santuario della Beata Vergine del Rosario.
L'organo a canne del santuario venne collocato sopra la cantoria in controfacciata e la sua inaugurazione fu l'8 maggio 1890. L'organo era a tre tastiere con pedaliera; i registri della seconda e della terza tastiera erano gli stessi.
Interno del Santuario della Beata Vergine del Rosario.
L'esterno del Santuario con le sue cupole.
Il piazzale del Santuario della Beata Vergine del Rosario.

Il piazzale del Santuario della Beata Vergine del Rosario.
REGGIA DI CAPODIMONTE.
La reggia di Capodimonte è un palazzo reale, con annesso un parco, fu la residenza storica dei Borbone di Napoli, dei Bonaparte, Murat , e dei Savoia, si trova in località Capodimonte a Napoli.
Fu costruita per volere di Carlo di Borbone come luogo dove accogliere la collezione Farnese, è stata successivamente adibita a reggia e dal 1957 ospita il Museo Nazionale di Capodimonte.
La reggia si estende su due livelli, al primo piano si trovano gli Appartamenti Reali con gli arredi appartenuti alle famiglie che hanno abitato nella dimora, le porcellane, gli oggetti di vita quotidiana, le sculture e le pitture di artisti italiani ed europei del XVIII e XIX secolo.
Il Museo conserva prevalentemente la Galleria delle pitture dei Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale (tra cui Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e la Galleria Napoletana, che raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano.
Al primo piano si trova la Galleria Farnese, la collezione Borgia, l'Appartamento Reale, la collezione delle porcellane, la collezione De Ciccio e l'Armeria farnesiana e borbonica.
All'ingresso della Galleria Farnese, il capolavoro di Tiziano "il Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese" .
"Paolo III e i nipoti Alessandro e 0ttavio Farnese" è un dipinto realizzato nel 1546 dal pittore italiano Tiziano Vecellio durante il suo soggiorno a Roma. Ritrae il vecchio papa Paolo III, seduto su di una sedia, con il nipote Ottavio, genuflesso. Dietro c'è l'altro nipote Alessandro, in posa ufficiale con l'abito cardinalizio; il suo sguardo è rivolto verso l'osservatore e non sembra partecipare al colloquio tra i personaggi).
Madonna del Velo di Sebastiano del Piombo a sx e Madonna del Passeggio di Raffaello Sanzio e Giovan Francesco Penni a dx.
Assunzione della Vergine con san Giovanni Battista e santa Caterina d’Alessandria 1516, di Fra Bartolomeo.
(Al centro della tavola è raffigurata l'Assunzione di Maria, contornata da angeli, mentre ai suoi piedi, in ginocchio e poggiati al sepolcro con all'interno dei fiori, sulla sx Giovanni Battista, e sulla dx Caterina d'Alessandria).
Ritratto di Pier Luigi Farnese di Tiziano Vecellio.
"Danae" del 1545 di Tiziano Vecellio.
(Il singolare ingravidamento di Danae, figlia di Acrisio, re di Argo, da parte di Giove trasformato in pioggia d'oro. Tiziano dipinge una Danae in completo abbandono e soddisfazione).
"Intervento delle Sabine nella lotta tra Romani e Sabini" di Girolamo Mirola.
Dipinta dal fiammingo Jan Sons, raffigura i contenuti della Tabula Cebetis, un trattato sulla vita umana del filosofo tebano Cebeto, vissuto nel I sec. a.C. e indica il percorso a due viandanti all'interno di mura concentriche che conducono, tra raffigurazioni di vizi e di virtù, a un colle su cui siede la personificazione della Saggezza.
Crocifissione di Joos van Cleve.
Adorazione dei Magi di Joos van Cleve.
Bottega del macellaio. Joachim Beuckelaer a sx, e Mercato di campagna. Joachim Beuckelaer a dx.

Venditore di cacciagione. Joachim Beuckelaer a sx. Venditori di pesce. Joachim Beuckelaera dx.

Secondo piano
la sala degli arazzi, raffiguranti la Battaglia di Pavia tra Francia e Impero Germanico per il dominio sull’Italia. Databili intorno alla prima metà del ‘500 furono donati nel 1531 all’imperatore Carlo V dagli Stati Generali di Bruxellex.
Crocifisso. Ignoto pittore campano.
Santa Maria de Flumine. Ignoto pittore campano.
Sant'Antonio Abate e santi. Niccolò di Tommaso.
San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò. Simone Martini.
Polittico di san Michele (centro) di Francesco Pagano.
Assunzione della Vergine di Pinturicchio e bottega .
Adorazione dei Magi di Cesare da Sesto.
Polittico con adorazione del Bambino e santi di Giovanni Filippo Criscuolo.
Madonna con Bambino e i santi Lucia e Antonio da Padova di Pietro Negroni.
Madonna del Rosario di Dirk Hendricksz.
Angelo custode. Artigiano napoletano. E sullo sfondo "Trinità con i santi Giovanni Battista e Francesco d'Assisi" di Luigi Rodriguez.
Battistello "ecce homo" 1610.
Arte contemporanea. "Arte marmorea".
Convito di Baldassarre di Mattia Preti.
a dx Annunciazione di Artemisia Gentileschi
Trinitas terrestris con san Bruno, san Benedetto, san Bernardino e san Bonaventura di Jusepe de Ribera.

Sala dedicata a Caravaggio.
Ritratto di Letizia Remolino di Antonio Canova.
la Crocifissione di Masaccio.
Riccardo Muti ha puntato tutto su un'unica opera, la Crocifissione di Masaccio, «Non vorrei sembrare blasfemo, ma il gesto della Maddalena ricorda molto quello di un direttore d’orchestra» con queste parole il compositore Riccardo Muti spiega la ragione per cui è rimasto così tanto affascinato dalla Crocifissione di Masaccio uno dei pochi frammenti superstiti del grande polittico dipinto dall’artista nel 1426.
Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi.
Colantonio S.Girolamo nello studio a sx a dx Antea di Parmigianino.
Massimo Stanzione. Strage degli Innocenti.
"Lucrezia romana" a sx e a dx "Ritratto di Galeazzo Sanvitale" di Parmigianino.
Il primo piano si divide tra la Galleria Farnese, l'Appartamento Reale e le sale
dedicate alla Galleria delle Porcellane della collezione De Ciccio.
"Ritratto di Napoleone Bonaparte" di François Gérard, e oggetti del decennio francese.
Il salottino di porcellana della regina di Napoli Maria Amalia di Sassonia, L’ambiente, con le pareti interamente rivestite in porcellana intervallate da grandi specchiere, si ispira al mondo orientale ed è riccamente decorato da intrecci di rami, foglie, frutti e fiori, trofei musicali e scimmie.
Il salottino interamente realizzato in porcellana per la regina Maria Amalia di Sassonia faceva parte del suo appartamento privato nella Reggia di Portici.
Carlo IV re di Spagna di Farncisco Goya.
"Ritratto equestre di Carlo di Borbone" di Francesco Liani, ideatore della reggia.
Parte del Servizio dell'Oca nella Galleria delle Porcellane.
Parte del Servizio dell'Oca nella Galleria delle Porcellane.
Parte del Servizio dell'Oca nella Galleria delle Porcellane.
Parte del Servizio dell'Oca nella Galleria delle Porcellane.
Sulla parete di sinistra "Carlo IV re di Spagna". Farncisco Goya.
Partenza di Carlo IV re di Spagna, per la spagna.
Partenza di Carlo IV re di Spagna, per la spagna.
Corredo di altare in porcellana di Capodimonte del 1754.
Girandola con specchio, porcellana di Capodimonte (1744 ca.)
Il Salone dei Camuccini.
Dipinti di grandi dimensioni realizzati da Pietro Benvenuti, Paolo Falciano, Francesco Hayez e Vincenzo Camuccini, da cui la stanza prende il nome. "Morte di Giulio Cesare" e "Uccisione di Virginia" di Camuccini.
Una collezione di statue di inizio XIX secolo.
Il tavolo con mosaico antico, Arte antica Real Opificio delle pietre dure di Napoli.
"Morte di Giulio Cesare" di Vincenzo Camuccini.
Matrimonio della principessa Maria Carolina di Borbone col duca di Berry DI Louis Nicolas Lemasle.
Lucrezia romana di Parmigianino e Ritratto di Galeazzo Sanvitale di Parmigianino.
"Madonna col Bambino" del Perugino.
"Sacra famiglia" di Raffaello Sanzio.
"Circoncisione" di Giovanni Bellini.
"Madonna col Bambino e santi" di Bartolomeo Vivarini.
"Parabola dei ciechi" di Pieter Bruegel il Vecchio.
Sei uomini ciechi camminano in fila indiana, ma il primo è già caduto in un fossato e sta trascinando gli altri con lui. È il racconto che il pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio fa della nota parabola del Vangelo, quando un cieco ne guida un altro, entrambi sono destinati a cadere nel fosso.
"Madonna col Bambino e due angeli" di Sandro Botticelli.
"Ritratto di Filippo II" di Tiziano Vecellio.
"Ritratto del cardinale Alessandro Farnese" di Tiziano Vecellio.
Raffaello " Ritratto del Cardinale Alessandro Farnese".
"Sposalizio mistico di Santa Caterina". Annibale Carracci.
"Adorazione dei pastori" di Boccaccio Boccaccino.
"Autoritratto alla spinetta" di Sofonisba Anguissola.
"Sacra Famiglia con san Giovannino" di Parmigianino.
"Natività" di Michelangelo Anselmi.
Ritratto di giovinetta. Tiziano.
Non si sà dove, Tiziano abbia realizzato questo ritratto di giovane dama, la cui identita' resta tutt'oggi sconosciuta.
Madonna col Bambino di Perugino.
"Sacrificio di Isacco" di Filippo Vitale.
"Miracolo di sant'Antonio da Padova" di Battistello Caracciolo.
"Presentazione al tempio" di Giorgio Vasari.
"Andata al Calvario" di Polidoro da Caravaggio.
Giuditta che decapita Oloferne.Artemisi Gentileschi.
Colantonio - S.Girolamo nello studio.
Antea, un dipinto del Parmigianino
Il Ritratto di giovane donna, detto Antea, l’innamorata del Parmigianino, che la ritrasse nel 1527. In realtà non si sa chi fosse, ma alcuni dettagli del vestito, come la pelliccia e la collana d’oro, fanno pensare a una giovane nobile del Nord Italia.
Rinaldo e Armida. Annibale Carracci.
San Girolamo e l'angelo. Jusepe de ribera.
Annunciazione di Artemisia Gentileschi.
Sala Sgarbi. Galeazzo Sanvitale, Parmigianino.
Sala Sgarbi. Lucrezia romana di Parmigianino.
La cantatrice. Bernardo Cavallino.
Napoli. Il Museo di Capodimonte.
Napoli. Il Museo di Capodimonte.
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