Castelsardo "Castello dei Doria".

 Castelsardo, sorge su un promontorio dell’Anglona, al centro del golfo dell’Asinara, nel nord-ovest della Sardegna. 
Una roccaforte medioevale, uno dei borghi più belli d’Italia.
 Il nucleo originario di Castelsardo con le casette basse colorate e i vicoli stretti fu costruito attorno al castello dei Doria, a fine XIII secolo, è l'attuale sede del Museo dell’Intreccio Mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna, dove si ammirano i pittoreschi cestini di palma nana intrecciati a mano con arte e sapienza dalle donne del luogo.



..la nostra salita verso il Castello dei Doria.






Tra i vicoli del centro storico incontriamo una piccola bottega dove un uomo intreccia dei cestini di palma nana. 
Un’ arte antica e ancora molto presente a Castelsardo.

stradine, vicoli, gradini, archi..il centro storico di Castelsardo.

..indicazioni per il Castello, Chiesa Santa Maria..il centro storico di Castelsardo.

Il centro storico di Castelsardo..negozietti, ristorantini..


Il centro storico di Castelsardo.


 ..indicazioni, all'angolo, la meta è vicina..



Ecco, le mura esterne del Castello dei Doria, l'ingresso.


..in fila, aspettando che il Castello apra ai visistatori, leggiamo un pò di storia di questo bel castello..

Nel 1101 arrivarono a Castelsardo i Doria, potente famiglia genovese che diede il primo nome al centro abitato 
"Castel Genovese". 
Il Castello fu fatto costruire dalla Repubblica Marinara di Genova e affidato alle cure dei Doria che, da questa posizione privilegiata, poteva controllare il commercio marittimo lungo la rotta del Mediterraneo, fino a Genova.

Il castello è stato per secoli sede delle guarnigioni militari e, in anni recenti, della Caserma dei Carabinieri.

Una "catapulta" posizionata all'ingresso del Castello.


Nel cortile del Castello, un'altra arma d'assedio "l'Ariete" una trave di enorme grandezza, simile all' albero di una nave, dove sulla punta è posto un grande rinforzo di ferro a forma di testa d'ariete, da cui prende il nome. 
La trave viene tirata indietro da un grande numero di persone, che poi la spingono avanti tutt'insieme, andando a sbattere contro le mura di una torre o cinta muraria, con la punta della testa di ferro.

Un'altro tipo di "catapulta" posizionata nella grande terrazza del Castello.

Una "catapulta" nella grande terrazza.


Una "catapulta" nella grande terrazza.

Panorama di Castelsardo ripreso dalla terrazza del Castello.

Panorama di Castelsardo ripreso dalla terrazza del Castello.

..su e giù tra archi, portoncini..

Gogna, lo strumento usato per l'esposizione in pubblico dei
 condannati.



Dal 1376 al 1382, Brancaleone Doria e Eleonora d’Arborea, sua moglie, vissero a Castel Genovese, dove nacquero anche i suoi due figli Mariano e Federico, destinati a diventare futuri Giudici del Giudicato di Arborea.
Con l’uccisione del fratello e dei genitori per mano della Corona Aragonese, Eleonora prese in mano le redini del Giudicato e difese la Sardegna dagli Aragonesi.

Nel 1448 il Castel Genovese passò però nelle mani dei vincitori e assunse un nuovo nome "Castel Aragonese". 
Se il castello della famiglia Doria si presenta ancora in ottimo stato è anche grazie agli Aragonesi che lo ristrutturavano continuamente per garantirsi la più efficace struttura difensiva in Sardegna, fondamentale per il traffico marittimo con la Spagna.
Balestre medievali.


Museo dell’Intreccio Mediterraneo (MIM)
Il museo si trova proprio all’interno del castello, una tradizione antichissima e manuale, l’arte della cestineria è tipica della Sardegna.


Museo dell’Intreccio Mediterraneo (MIM)
antiche ceste
Sono circa cinquanta le piante adoperate per l’intreccio, tra cui la canna, l’asfodelo, il giunco e la palma nana, ognuna con una precisa resistenza, colore e rapporto tra rigidità e flessibilità.


 A Castelsardo, le lavorazioni dei cestini venivano impreziosite dai colori accesi e dai disegni stilizzati di uccelli, fiori e danzatori.

Museo dell’Intreccio Mediterraneo (MIM)







antiche ceste



Il pozzo.

Il pozzo.



Il pozzo.


Postazione di guardia. Armatura medievale da combattimento.


Postazione di guardia. Armatura medievale da combattimento.

Armatura medievale da combattimento.

Alcune sale dedicate all' esposizione di 
"L'intreccio nella pesca d'acqua dolce"




Su fassoi,(fassonis), si configurano come caratteristici manufatti della tradizionale pesca lacustre, tipica imbarcazione di canna che veniva utilizzata per la pesca lacustre.



Dopo quasi un'ora eccoci all'uscita del Castello dei Doria.

Ripercorriamo il centro storico di Castelsardo dirigendoci verso la Chiesa di Santa Maria.






In giro per il borgo, nei negozi di souvenir si 
trovano centinaia e centinaia di tipici cestini di tutte le forme.

Sullo sfondo il piccolo campanile della Chiesa di Santa Maria.

La chiesa di santa Maria delle Grazie, risalente al 1300, è priva di facciata e ha l’ingresso su un lato, al centro di tre ampie arcate di pietra trachitica e calcarea. 
Era annessa al convento benedettino di San Martino, nel quale si installarono, forse nel 1401, i frati minori conventuali, che vi rimasero per oltre 400 anni, fino alla prima metà del XIX secolo.


L’interno di Santa Maria è a navata unica con altare maggiore neoclassico posto nell’abside, che custodisce un ecce homo (scultura di Cristo) tra due nicchie e altre statue di santi. 


 




La chiesa è arricchita da altari minori lignei barocchi e da una statua di san Francesco. La cappella accoglie il famoso crocefisso del Cristo Nero, del 1300, uno dei più antichi in Sardegna. É detto Cristu Nieddu per via del legno di ginepro anneritosi nel tempo. Oggetto di speciale venerazione, era portato in processione per scongiurare ogni genere di evento funesto.

La chiesa di Santa Maria, custodisce il crocefisso ligneo del “Cristo Nero”, il più antico della Sardegna, realizzato dai benedettini nel Trecento e portato in processione nella famosa festa del Lunissanti per scongiurare ogni genere di evento funesto.



Il Pulpito ligneo.



Il restaurato immobile, Il Museo sulle origini genovesi Mug, è ospitato nei locali dell'antico monastero benedettino, attiguo alla chiesa di Santa Maria.

 Il Museo sulle origini genovesi Mug, mette a disposizione un patrimonio completo di informazioni storiche su Castelsardo e il suo territorio, con un percorso storico che parte dalle prime manifestazioni monumentali risalenti alla preistoria e arriva all’età contemporanea. 
Il Comune ha acquisito da privati l’edificio, in condizioni molto degradate, dell’antico convento, mentre dei professori hanno approfondito la storia di Castelsardo nel periodo genovese e aragonese. 

La prima sezione della struttura è dedicata alle origini e illustra il territorio prima del Medioevo. Attraverso un tunnel ci si sposta verso la sala che ospita il tema della fondazione di un nuovo borgo dotato nel castello nel XIII secolo. E la sala alla fine del corridoio racconta la genesi di Castelsardo, col castello nato su iniziativa genovese. 



Le altre due sale approfondiscono altri due temi. La prima è dedicata a Castelsardo quale città inespugnabile, l’ultima, invece, alle trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il borgo, che sono accuratemente documentate attraverso un plastico. 




La Cattedrale di sant’Antonio Abate (1586), con la torre campanaria a picco sul mare chiusa da una cupola maiolicata.


Selfie..😎


Si trova in posizione panoramica a picco sul mare. Esternamente si caratterizza per l'alta torre campanaria, coperta da un cupolino maiolicato, non venne costruito bensì ricavato direttamente da una torre delle mura antiche ed originariamente era adibito a faro. 



Il campanile, costruito come torre faro all'epoca dei Doria, fu adibito a campanile durante la
prima ricostruzione della Cattedrale. La cupola è ricoperta di maioliche variamente colorate del 1600. L'orologio venne
installato successivamente.




La torre campanaria della Cattedrale di sant’Antonio Abate (1586, vista da un'altra angolatura ripresa dal basso.

La torre campanaria della Cattedrale di sant’Antonio Abate (1586, vista da un'altra angolatura ripresa dal basso.

L'ingresso della fiancata destra della cattedrale di Sant’Antonio Abate, patrono della città.


La chiesa¸ sorta nel 1503, conserva uno dei più preziosi retabli della Sardegna, realizzato dal “Maestro di Castelsardo”. L’opera, anteriore al 1492,  la Madonna con Bambino assisa in trono, incastonata nell’altare marmoreo realizzato nel 1810 e collocato nell’abside, facente parte di un retablo smembrato di cui altre parti superstiti si trovano nel Museo Diocesano, ospitato nelle cripte della Cattedrale. 
L'altare maggiore in marmo del 1810, in cui troneggia la tavola della Madonna con Bambino assisa in trono, dipinta nel XV secolo dall'artista noto come maestro di Castelsardo.
Meritano attenzione gli stalli intagliati del Coro, realizzato da Jaume Camilla nel 1765.

Sopra l’entrata è il bellissimo organo a canne settecentesco con ante decorate, considerato il più bello della Sardegna, 
 collocato sulla cantoria rialzata, solo in apparenza sorretta da due antiche colonne romane ritrovate in mare e che hanno uno scopo semplicemente decorativo.

L'altare maggiore.
L'altare maggiore.

 
Affreschi Seicenteschi attribuiti al più grande pittore manierista sardo, Andrea Lusso. Uno di questi raffigura i martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario.

Questo affresco Seicentesco raffigura i martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario.
Attribuito al pittore manierista sardo, Andrea Lusso. 

La cappella della Beata vergine del Carmelo famosa per le pareti interamente rivestite di azulejos, le mattonelle maiolicate di cultura arabo-spagnola.

Pregevole la cappella laterale intitolata a San Filippo Neri, con intagli e ricchezza di colori. 

All’interno della chiesa si ammirano anche arredi di pregio, quali gli altari settecenteschi scolpiti nel legno di ginepro.


L' Altare Maggiore.
Nello spostarci verso i sotterranei della cattedrale..bellissimi Panorami.

Il cortile d'ingresso ai sotterranei della cattedrale di Castelsardo, dove si trovano presenti le cripte recentemente restaurate e dove sono stati ritrovati numerosi scheletri di persone (si ipotizza nobili e benestanti) decedute nei secoli scorsi a causa delle pestilenze e delle malattie che hanno afflitto il borgo.

La statua lignea della Madonna di Salasgiu del 1300, la più antica, proveniente dalla chiesa superstite dell’omonimo villaggio scomparso e che ancora oggi viene portata in processione.
Durante le operazioni di restauro sono inoltre riaffiorate le originali decorazioni apposte sul vestito e la collana in corallo rosso disegnata sul collo.

Un’altra interessante statua, del 1400, miracolosamente scampata a un incendio così come il crocifisso in legno di scuola spagnola appeso alla parete, è quella di Sant’Antonio del fuoco, facilmente identificabile anche per il maialino, fedele compagno di avventure posto ai suoi piedi.



L' Arcangelo Gabriele, particolare del retablo del maestro di Castelsardo.

Le celle ospitano il “Tesoro” della vecchia diocesi costituito da paramenti sacri, antichi reliquiari preziosissimi e varie opere d’arte dal valore inestimabile. 

Cattedrale di Sant’Antonio Abate, patrono della città di Castelsardo,del XVII secolo. Il campanile, costruito come torre faro all'epoca dei Doria, fu adibito a campanile durante la prima ricostruzione della Cattedrale. 

Dopo una discesa suggestiva, dalla Cattedrale si snoda un sentiero fra le antiche rovine con una vista spettacolare sul golfo dell’ Asinara ed una visuale prospettiva dal basso verso il castello.


I Bastioni Manganella, un'Area verde dei bastioni a mare.

Visuale dai Bastioni Manganella.


Bastioni Manganella.
Un’area verde dei bastioni a mare.

Visuale dai Bastioni Manganella.


Bastioni Manganella.
Un’area verde dei bastioni a mare.

Bastioni Manganella.
Un’area verde dei bastioni a mare.











Il porticciolo di Castelsardo.
Il porticciolo di Castelsardo.



Il porticciolo di Castelsardo.


Il porticciolo di Castelsardo.



Il porticciolo di Castelsardo.
 
La Marina di Castelsardo nel lungomare Anglona, all’ingresso del borgo castellanese.


La Marina di Castelsardo nel lungomare Anglona, all’ingresso del borgo castellanese.


La Marina di Castelsardo nel lungomare Anglona, all’ingresso del borgo castellanese.


La Marina di Castelsardo nel lungomare Anglona, all’ingresso del borgo castellanese.

La torre costiera di Frigiano a difesa del porto di Castelsardo, realizzata nella seconda metà del Cinquecento dagli Spagnoli, era concepita per il solo servizio di avvistamento. 

Di forma cilindrica, alta e slanciata, la torre costiera di Frigiano, si trova su uno scoglio piatto di basalto scuro come tutte le rocce intorno.
La torre costiera di Frigiano, realizzata nella seconda metà del Cinquecento dagli Spagnoli. 



Panorama di Castelsardo, di mattina dall'hotel.


Lungo la strada che collega Castelsardo a Sedini, si trova la caratteristica Roccia dell’Elefante, originale formazione rocciosa che ricorda la sagoma di un elefantino.


 Il monumento è una grande roccia in trachite, fortemente erosa dal vento e dagli elementi atmosferici, che le hanno dato la singolare forma di un elefante seduto.


Nella roccia sono state scavate due domus de janas, una la superiore, la prima ad essere scavata, è costituita da tre vani. La seconda, che si apre più sotto, è formata da quattro vani.


La Roccia dell'Elefante. 
Nella tradizione locale, veniva chiamata Sa Pedra Pertunta, ossia la pietra traforata.


La Roccia dell'Elefante.

La Roccia dell'Elefante.

Castelsardo di notte.

Castelsardo di notte.



Nessun commento:

Posta un commento