Caprera "Giuseppe Garibaldi".

La selvaggia isola di Caprera nell'arcipelago della Maddalena è un meraviglioso paradiso naturale di fronte alle coste della Gallura, ed è stata dichiarata Riserva naturale. 
Protetta da un vincolo assoluto di inedificabilità, Caprera ha una superficie di 16 chilometri quadrati e uno  di 45 chilometri di spiagge di una bellezza unica.
 Collegata con l’isola della Maddalena da un ponte diga costruito nel 1958, chiamato Passo della Moneta, lungo 600 metri. 

Il suo territorio è caratterizzato principalmente da ripide scogliere e, in parte, da vegetazione mediterranea.  

Oltre che per la bellezza, l’isola è famosa come ultima residenza di Garibaldi, la "Casa Bianca" che ne conserva le memorie, uno dei musei più visitati d’Italia.
Percorriamo una strada interna che ci porterà al Memoriale Giuseppe Garibaldi, ricca di panorami "mozzafiato" delle rocce scolpite dal vento e dall'acqua, in mezzo alla macchia mediterranea.

Caprera, panorami "mozzafiato" 
Caprera, panorami "mozzafiato" 
Rocce, macchia mediterranea, e massi dalle forme stranissime.


Caprera, panorami "mozzafiato" 

 Giganteschi massi erosi dal vento e dall'acqua.

 Ecco la fortezza "Arbuticci", costruita intorno al 1890. 
Occupa una delle zone più alte e panoramiche di Caprera, trasformata nel 2012 nel Memoriale Giuseppe Garibaldi, il primo museo in Italia interamente dedicato ad una figura storica.

Ingresso principale al "Forte Arbuticci", Memoriale Giuseppe Garibaldi.

"Forte Arbuticci", Memoriale Giuseppe Garibaldi.

Caprera, panorami "mozzafiato"  dall'alto del "Forte Arbuticci".


Caprera, panorami "mozzafiato"  dall'alto del "Forte Arbuticci".



Panorami mozzafiato dall'alto del "Forte Arbuticci".

Queste Rocce con incise delle scrittesi trovano nel viale che porta alla Casa-museo di Giuseppe Garibaldi.

..Sulle tue cime di granito, io sento  di libertade l'aura, 
e non nel fondo solitaria Caprera i tuoi cespugli  sono il mio parco e l'imponente masso dammi stanza sicura ed inadorna,   io l'infinito qui contemplo..

..A Garibaldi L’Italia, il giugno MDCCCII”.. 
 Data del ventennale della morte dell’Eroe dei Due Mondi.





Interno del parco nella Casa-Museo di Garibaldi.
L’Eroe dei due mondi trascorse ben 26 anni a Caprera. 
Abbiamo visitato la sua casa, conosciuta come "Casa Bianca", nel Compendio Garibaldino, il sito che tutela i luoghi dove visse Giuseppe Garibaldi.


Il Mulino Frantoio.
Nel 1855, Garibaldi acquistò un terreno nell’isola di Caprera. 
Con l’aiuto dei figli avuti da Anita, Teresa e Ricciotti, costruì quella che in seguito venne chiamata la Casa Bianca. 

Qui visse con i figli, con l’ultima moglie Francesca Armosino, dalla quale ebbe tre figli tutti nati a Caprera Clelia nel 1867, Rosa nel 1869, Manlio nel 1873, e con alcuni stretti collaboratori. 

Il cortile sud ovest centro.
Visse sull’isola circa 26 anni dedicandosi personalmente alla pastorizia e all’agricoltura di campi e frutteti fino alla morte, avvenuta il 2 giugno 1882. nella sua "casa bianca".

Ai margini della fattoria piantò alberi ad alto fusto, dei quali ne sono rimasti alcuni tra cui il maestoso pino che troneggia al centro del giardino che venne piantato nel febbraio del 1867 in occasione della nascita della figlia Clelia. 


Ingresso alle stalle.


La stalla era un posto particolarmente caro a Garibaldi perché gli permetteva di coltivare l’amore per gli animali. Non volle separarsene quando diventò disabile, anche perché nella stalla era posta la lapide mortuaria della carissima cavalla Marsala che con lui era sbarcata in Sicilia.

Il Tavolo da lavoro di Garibaldi, e alcuni dei suoi attrezzi, due selle portate dal sud America e la sua vasca da bagno di rame, che venne collocata qui per sfruttare il calore emanato dagli animali.

La macchina a vapore per mietere le granaglie.

Sullo sfondo si intravede la "Casa Bianca".

La Casa museo Garibaldi, sull’isola di Caprera.
Si tratta di un semplice edificio bianco, composta da alcune camere in successione. 
Visitando la sua casa, abbiamo percorso la storia di Giuseppe Garibaldi, visto gli abiti, le armi e gli oggetti che usava ogni giorno.



L’atrio della casa bianca e una sedia a rotelle di garibaldi.


 La sedia a rotelle donata dal Comune di Milano nel 1880 che oggi troneggia nell’atrio e accoglie noi visitatori

L’ “Eroe dei Due Mondi” trascorse i suoi ultimi anni in carrozzina, a causa dell’artrite reumatoide e dei postumi della ferita subìta in Aspromonte, mantenendo intatti il coraggio e la voglia di vivere.

Camera matrimoniale di Giuseppe Garibaldi.
Camera di Garib
Camera matrimoniale di Giuseppe Garibaldi.

Camera matrimoniale di Giuseppe Garibaldi.

Lo studio di Garibaldi.

Lo studio di Garibaldi, lo Scrittoio e il pianoforte . 



Camera di Manlio Garibaldi, l’ultimogenito di Giuseppe e di Francesca Armosino. 

Busto di Manlio Garibaldi all'età di sette anni.

Camera di Manlio Garibaldi.

La camera da letto di Clelia Garibaldi, dove sono esposti oggetti e foto appartenuti alla donna e un ritratto del padre, dipinto su stoffa eseguito  nel 1905.

La camera da letto di Clelia Garibaldi, il ritratto del padre, dipinto su stoffa eseguito  nel 1905.

La camera da letto di Clelia Garibaldi.


La dispensa.

La dispensa.

La cucina e il caminetto.

Studio e salotto.


Sala dei cimeli. Questa stanza custodisce abiti e oggetti di vario tipo appartenuti a Garibaldi. 

Sala dei cimeli.

Sala dei cimeli.


Nello studio-salotto vi si trovano alcuni pregevoli mobili, o uno scrittoio-leggio-paralume, una poltrona in pelle con schienale reclinabile superaccessoriata, donata dalla Regina Margherita di Savoia che nel 1877 gli fece visita e volle con questo regalo alleviargli i disagi della disabilità.

Lo studio-salotto.

Lo studio-salotto, la poltrona in pelle con schienale reclinabile superaccessoriata, di scrittoio-leggio-paralume.

Lo studio-salotto.

La camera in cui morì Garibaldi.
 Il famoso letto dell’eroe dei due mondi. 
La leggenda narra che volle morire guardando verso l’unica finestra della casa che dava verso il mare in direzione di Nizza, la città in cui nacque e in quel tempo facente parte dell’Italia.
Letto di morte di Garibaldi.

La stanza con il pianoforte di Garibaldi, l’orologio e il grande calendario si sono fermati all’ora e al giorno della sua scomparsa: le 18.20 del 2 giugno 1882.

L'orologio fermo sull'ora della sua morte, le 18.20.

Il camino, un ritratto di Garibaldi, 
a sx un tavolino per leggere e scrivere stando a letto e 
a dx la carrozzina-scrittoio donata a Garibaldi da alcuni amici, che lui utilizzava in casa per non sforzare il corpo tra una battaglia e l’altra, a causa dell’artrite.

Uscendo dalla Casa Bianca si entra in uno splendido parco, si passa davanti al Mulino con affianco il busto Marmoreo di Garibaldi fatto erigere l’anno dopo la sua morte e si arriva nel cimitero sconsacrato in cui è sepolto il Generale.

Il mulino privo di pale della tenuta di Garibaldi e la sua statua rivolta verso la Corsica.




Il cimitero dove sono sepolti al centro sotto un grande masso di granito Giuseppe Garibaldi, a sx la tomba dell’ultima moglie Francesca Armosino.
A dx la tomba della figlia Rosa (1869-1871) avuta dall’ultima moglie Francesca Armosino. 
Sulla tomba di Garibaldi, molti dubitano che contenga il corpo dell’eroe. Garibaldi voleva essere cremato ma dal momento che la Chiesa non riconosceva tale pratica, sotto volontà del Parlamento, Garibaldi sarebbe dovuto essere seppellito in Campidoglio. La famiglia si oppose a tale richiesta e impose che venisse seppellito a Caprera, di fronte al suo amato uliveto e circondato dai suoi affetti. 


A dx la tomba dell’ultima moglie Francesca Armosino. 
Alla sx la tomba di Clelia Garibaldi (1867 – 19599,  primogenita di Giuseppe Garibaldi e Francesca Armosino, ha dedicato tutta la vita alla memoria del padre, curando la casa museo di Caprera, accogliendo ospiti e visitatori e scrivendo le sue memorie. 

Leggermente distante dalle altre tombe, troviamo quella di Teresita (1845-1903), figlia terzogenita avuta da Anita Garibaldi.

la tomba di Giuseppe Garibaldi, sotto un grande masso di granito, e le tombe della moglie Francesca Armosino e dei figli Rosa, Anita, Teresa, Manlio (morto a soli 26 anni per tubercolosi) e Clelia.


La tomba la prima sx di Clelia Garibaldi (1867 – 19599,  primogenita di Giuseppe Garibaldi e Francesca Armosino.

La prima moglie di Garibaldi fu Anita. Alla sua morte, ebbe una compagna, Battistina Ravello da cui ebbe una figlia. 
Le altre due mogli furono Giuseppina Raimondi e Francesca
Armosino.
Giuseppe Garibaldi ebbe quattro figli da Anita: Ciro, Rosita morta a soli due anni, Teresita e Ricciotti; 
dalla relazione con la domestica Battistina Ravello ebbe una figlia Anita, che morì all’età di 16 anni, di meningite,   
e da Francesca Armosino altri tre figli, Teresa, Manlio (morto a soli 26 anni per tubercolosi) e Clelia.

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A Caprera sono rimasti la sua casa ben restaurata, le sue barche e i suoi oggetti, diventati cimeli. 


Barca da trasporto di Garibaldi

Le sue Barche, una grande per raggiungere La Maddalena, ed una da regata, donata dai Cantieri Orlando di Livorno sono esposte all’interno del giardino.








 

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