Galtellì, borgo in cui Grazia Deledda ha ambientato il suo celebre romanzo “Canne al vento”, sorge nella Valle del Cedrino ai piedi del panoramico Monte Tuttavista.
La chiesa del santissimo Crocifisso, oggi parrocchiale del borgo baroniense, è stata ristrutturata nel Settecento in stile barocco piemontese.
Chiesa del Santissimo Crocifisso
L'edificio è un noto luogo di culto, in cui si venera un antico crocifisso ligneo, al quale vengono attribuiti diversi miracoli a partire dall'anno 1612.
Il ‘miracoloso’ Cristo in legno in stile gotico nel 1500.
Diverse opere d'arte arricchiscono il tempio, il cristo in legno che tra 1612 e 1667, si dice, abbia sudato sangue e al quale vengono attribuiti innumerevoli prodigi e miracoli, tanto da essere meta di pellegrinaggi da tutta l’Isola.
Di scuola pisana, è affiancato dalle statue dell'Addolorata e di San Giovanni.
La grata a protezione della scultura, in ferro battuto, risale alla prima metà del XVI secolo.
Portali semplici, tetti a doppio spiovente, dimore povere eppure incantevoli si affacciano lungo stradine tortuose e silenziose di Galtellì.
Piccole targhe in ceramica sparse qua e là riportano frasi di “Canne al vento” e sembra quasi di immergersi nella lettura riconoscendo i luoghi che hanno fatto da sfondo al libro.
La cultura popolare, le tradizioni, la vita e l’economia del passato di Galtellì sono raccontate e tramandate dal Museo Etnografico, allestito nella settecentesca dimora Sa Domo ‘e sos Marras.
Il Museo raccoglie reperti e testimonianze della vita contadina e pastorale dei secoli passati e ospita numerose manifestazioni che ripropongono antichi mestieri e tradizioni, accompagnate da esibizioni di gruppi folk, e da degustazioni di prodotti enogastronomici locali.
Un caratteristico palazzetto nobiliare settecentesco che, nonostante le modifiche, ha conservato l'aspetto di un vero e piccolo castello. Qui è ubicato, su due livelli, il museo.
Accesso al Museo.
Al suo interno sono ricostruiti i vari ambienti domestici e del lavoro.
Le singole stanze ospitano gli strumenti e i macchinari più rappresentativi della comunità galtellinese, legati alle attività artigianali proprie del mondo agro-pastorale, recuperati localmente grazie alla collaborazione della popolazione.
Le singole stanze ospitano gli strumenti e i macchinari più rappresentativi della comunità galtellinese, legati alle attività artigianali proprie del mondo agro-pastorale, recuperati localmente grazie alla collaborazione della popolazione.
Il pozzo tradizionale.
Una macina asinaria, con vasca in basalto, utilizzata fino agli anni Quaranta del secolo scorso.
La ricostruzione della sala della tessitura con l'esposizione, a terra e a parete, dei prodotti fi alcuni oggetti molto importanti, fra questi un antico telaio orizzontale, del Settecento, in legno di ginepro.
Sono presenti le riproduzioni fedeli della cucina dove le donne, con maestria, provvedevano alla produzione del tipico "pane carasatu".
Il secondo piano della casa-museo ripropone la ricostruzione degli ambienti padronali, con l'esposizione di oggetti e pezzi d'arredamento che ne rivelano l'uso familiare. Sono presenti le riproduzioni fedeli della stanza da letto padronale, la cosiddetta "domo de nettu", arredata con un antico letto in legno e le belle cassapanche dove si conservava il corredo nuziale.
Il percorso museale si conclude con un'esposizione di costumi tradizionali di abbigliamento giornaliero e festivo, da uomo, donna e bambino, tra i quali spicca un abito da sposa originale dei primi anni del Novecento.
Il percorso museale si conclude con un'esposizione di costumi tradizionali di abbigliamento giornaliero e festivo, da uomo, donna e bambino, tra i quali spicca un abito da sposa originale dei primi anni del Novecento.
Piccole targhe in ceramica sparse qua e là riportano frasi di “Canne al vento” e sembra quasi di immergersi nella lettura riconoscendo i luoghi che hanno fatto da sfondo al libro.
Il municipio di Galtelli.
Piccole targhe in ceramica sparse qua e là riportano frasi di “Canne al vento” e sembra quasi di immergersi nella lettura riconoscendo i luoghi che hanno fatto da sfondo al libro.
Portali semplici, tetti a doppio spiovente, dimore povere eppure incantevoli si affacciano lungo stradine tortuose e silenziose di Galtellì.
La nota “casa a un sol piano” delle dame Pintor, edificio dal fascino antico e severo, oggi affidata alla cura degli eredi.
Il romanzo è raccontato attraverso la figura del protagonista, Efix, il servo delle Dame Pintor, che di questa famiglia ha conosciuto il tempo della potenza e della ricchezza e quello del rapido declino.
Ora Efix coltiva l’ultimo podere rimasto e i frutti del poveretto sono gli unici proventi delle nobili sorelle: Ruth, Ester e Noemi.
Dentro le mura del cimitero sorge il complesso dell’ex Cattedrale di San Pietro.
Sono tre gli edifici diocesani, un alto campanile, l’imponente cattedrale di fine XI secolo rimasta incompiuta e la chiesa romanica di san Pietro.
Sono tre gli edifici diocesani, un alto campanile, l’imponente Cattedrale di fine XI secolo rimasta incompiuta e la chiesa romanica di San Pietro.
Sono tre gli edifici diocesani, un alto campanile, l’imponente Cattedrale di fine XI secolo rimasta incompiuta e la chiesa romanica di San Pietro.
Sono tre gli edifici diocesani, un alto campanile, l’imponente Cattedrale di fine XI secolo rimasta incompiuta e la chiesa romanica di San Pietro.
Il Parco letterario Grazia Deledda, istituito nel 1996 .
Il Parco letterario Grazia Deledda, istituito nel 1996 .
Il Parco Letterario prevede la visita dei luoghi raccontati nel romanzo "Canne al Vento" e delle attrazioni del borgo in generale.
Le canne ancora crescono, si rinnovano e si chinano al soffio del vento. “Siamo proprio come canne al vento, Donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la sorte è il vento”.
Camminare per le vie del borgo rievocando le memorie della Deledda nel romanzo "Canne al Vento" è come aprire un libro raro, con pagine ricche di colori, sapori, armonie, che integrano tradizioni popolari, gastronomia e artigianato.
"Ecco ad un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco di una collina simile ad un enorme cumulo di ruderi, apparire le rovine del castello. L ' occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico, roseo di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col campanile in mezzo come il pistillo nel fiore". Canne al vento.
Il Parco letterario Grazia Deledda, istituito nel 1996 .
Piccole targhe in ceramica sparse qua e là riportano frasi di “Canne al vento” e sembra quasi di immergersi nella lettura riconoscendo i luoghi che hanno fatto da sfondo al libro.
Portali semplici, tetti a doppio spiovente, dimore povere eppure incantevoli si affacciano lungo stradine tortuose e silenziose di Galtellì.
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