Ales 2019 "Giò Pomodoro"

Ales. La Cattedrale si trova al centro dell'abitato, su un'ampia piazza terrazzata, raggiungibile tramite una scalinata. La facciata, è incorniciata da due campanili gemelli, collegati da un terrazzino munito di una balaustra in pietra tufacea, sotto il quale si apre un portico con arco. 
In cima al prospetto è collocata una statua di san Pietro.
Coronano l'edificio le due cupoline in cima a ciascun campanile e la grande cupola.

La cattedrale di Ales, dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo, fu edificata nel 1507 sui resti di una chiesa voluta da Donna Violante Carroz, Marchesa di Quirra al tempo del trasferimento della diocesi da Usellus ad Ales. 

L' Altare maggiore è realizzato in  marmo bianco con motivi geometrici ad intarsio in marmi policromi. 


Altare maggiore. Realizzato in marmo bianco con motivi geometrici ad intarsio in marmi policromi. 

Altare maggiore.


Gli affreschi della Cupola.



La Cappella di San Michele Arcangelo ospita un altare di marmi policromi e una tela raffigurante l'arcangelo San Michele. 

La Cappella di San Pietro da Verona. Il quadro rappresenta il martirio di San Pietro da Verona, domenicano, attribuito ad un artista ignoto. In esso è raffigurato un manigoldo seminudo che con la spada sguainata sta in atto di trafiggere il Santo. Questi alza gli occhi al cielo e con un dito, intinto nel sangue della ferita, scrive in terra la parola Credo.

La Cappella Madonna del Carmelo con  l'altare in marmi intarsiati policromi.
La pala d'altare (XVIII secolo),  raffigura un'apparizione della Beata Vergine del Carmelo a S. Simone Stock, riformatore dell'ordine del Carmelo.

 La Cappella del Crocifisso,  dedicato anticamente alla Madonna del Rosario di cui conserva il paliotto (1700). Il Crocifisso è ascrivibile alla fine del 1700, primi del 1800. In questa cappella è l'altare finto, cioè dipinto a chiaroscuro.

Il presbiterio, sopraelevato ha una balaustra in marmo che poggia su quattro leoni  simboleggianti la Chiesa, con ai piedi l'aquila, simboleggiante l'Impero Romano.  





Ai piedi del presbiterio c’è un organo ad ala di scuola romana, fatto acquistare nel  1667 dal vescovo Brunengo, si tratta del più antico strumento esistente in Sardegna. 
Restaurato nel 2000 a Prato e riportato nella cattedrale nel 2001, è racchiuso entro una cassa in pioppo e abete. Lo strumento ha un'unica tastiera 45 tasti diatonici in faggio e cromatici in noce, con coperture in bosso ed ebano. 








La Cappella Madonna del Carmelo con  l'altare in marmi intarsiati policromi.
La pala d'altare (XVIII secolo),  raffigura un'apparizione della Beata Vergine del Carmelo a S. Simone Stock, riformatore dell'ordine del Carmelo.

L' acquasantiera del 1702 è opera del marmista e scultore Efisio Mura di Cagliari. Al centro c'è la statua di S. Pietro, a cui manca il braccio destro che teneva in mano una fiocina con la quale tentava di pescare uno dei tre pesci scolpiti in rilievo sul fondo del bacile.

Sacrestia dei Beneficiati.
Costruita contemporaneamente alla Cattedrale (1683-1687). 
Il Crocifisso in legno gotico-doloroso del 1400.

 

 
Il Crocifisso ligneo appartiene al tipo gotico-doloroso  può ascriversi alla fine del 1400.





La Sacrestia dei Canonici.
Costruita contemporaneamente alla Cattedrale (1683-1687). In alto ci sono gli stemmi e gli anni di episcopato dei Vescovi, a partire da Mons. Cugia (1684) fino a Mons. Tedde (1982).











1788 L' Aula Capitolare. 
Gli stipi, monetiere, in legno dorato e laccato con rifiniture in radica e tartaruga, sono di scuola napoletana e risalgono alla secondo metà del seicento. Legni impiegati sono, noce, carrube, tiglio, ebano, gallice e pioppo. I riquadri sono dipinti ad olio sul vetro del retro con figure allegoriche e scene bibliche dell'Antico Testamento. 
Questi mobili straordinari furono donati alla Cattedrale di Ales dal Vescovo Mons. Michele Aymerich durante il suo episcopato (1788-1806).






Ales. Oratorio Madonna del Rosario. Sa “Capelledda” del 1721. 
Voluta dalle confraternite locali del Rosario, fondata nel 1624, e della Vergine Addolorata, la chiesetta era centro di intensa vita spirituale in occasione delle feste della Settimana Santa, Corpus Domini,  e anche assistenziale, in quanto vi venivano distribuiti medicinali gratuiti ai poveri.

Il portale d'ingresso in legno dell'Oratorio.

Ales. Oratorio Madonna del Rosario. Il portale in legno, la finestra con arco a tutto sesto, il piccolo campanile a vela. Nell'architrave d'ingresso si legge l'anno di ricostruzione del 1721.


 L’abside ospita la maestosa statua lignea della Madonna con bambino alta 1,75 metri, collocata in un retablo dorato di stile barocco, con panneggi in tono rosso bruno, di gusto gotico, risalente a un periodo tra il XV e XVII sec.


Oratorio. La Madonna del Rosario, tiene il bellissimo bambino nel braccio sinistro. 
Questa statua non venne mai portata in processione per l'eccessivo peso, ha il primato di essere la statua più alta della Sardegna mt. 1,75.



Maria o Mater Dolorosa, con iI simbolo di una piccola spada, il vestito nero del lutto, il volto ovale, e le braccia aperte. 

San Luigi Gonzaga, considerato il protettore dei giovani,  raffigurato con il crocifisso.


Il Piazzale della cattedrale visto dall' Oratorio.






Ales. La casa natale di Antonio Gramsci.

Ales, il paese in cui nacque, nel 1891, Antonio Gramsci”.
Una targa apposta sulla facciata della sua casa natale, lungo la via principale dell’abitato, suggella questo legame affettivo e fisico tra la comunità di Ales  e l’intellettuale, al quale è stata dedicata un’importante superficie pubblica all’interno del paese, ad opera dello scultore Giò Pomodoro.




Il primo maggio del 1977 la vecchia piazza del mercato è stata ufficialmente intitolata a Gramsci.
L’artista  Giò Pomodoro,  ha scelto di realizzare uno spazio comunitario e agibile con alcuni elementi simbolici, quali la fontana con la sagoma molto stilizzata di un ariete, la pietra verticale, a sagoma triangolare, di calcare di Masullas, con la scritta "zenith"  e il focolare quadrangolare nucleo centrale dell'opera . 
Al lavoro ha preso parte anche la popolazione locale, coinvolta nella scelta del pietrame utilizzato
 


Le pietre provengono da cave locali, Masullas , Mogoro e Morgongiori, cavate , lavorate e messe a dimora ad opera di scalpellini del posto che, volontariamente e sotto la guida di Giò Pomodoro, hanno contribuito alla realizzazione della piazza. 

La scultura in pietra bianca di Trani, a forma semicircolare spezzata.

La mola da frantoio, in basalto, rinvenuta nella zona e posta come simbolo di una delle più antiche attività agricole locali.

La pietra verticale, a sagoma triangolare, di calcare di Masullas, con la scritta "zenith" e il focolare quadrangolare ribassato rispetto al livello della piazza, dove si possa accendere il fuoco e sedersi a conversare.

Tante le scritte scolpite sul pavimento, per lo più in sardo,  'orizzonte', 'sa pedra', 'su fogu', 's'aria', 's'acqua', 'su sobi', 'sa luà', 'spirale', 'sa roda'. La scultura ambientale richiama tanti turisti, amanti della scultura contemporanea ed incuriositi dall'unica opera realizzata dallo scultore Giò Pomodoro in Sardegna.

"su fogu"

"sa terra"

Il primo maggio del 1977 la vecchia piazza del mercato è stata ufficialmente intitolata a Gramsci.



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