Las Plassas. Sagra dei legumi 2019.


Il famoso  Castello giudicale di Las Plassas, risalente al XII secolo, è stato edificato sulla sommità di un'altura perfettamente conica che sovrasta il Paese e ha rappresentato una stategica roccaforte di rilevante importanza militare, con funzioni difensive del Giudicato di Arborea, essendo stato costruito lungo il confine meridionale dello stato oristanese, a protezione di una delle regioni più fertili, vocata alla coltivazione di cereali e legumi.


 La coltivazione dei legumi, e la riscoperta delle antiche colture, ha rappresentato per il territorio della Marmilla un’opportunità di sviluppo in un periodo in cui l’assenza di impianti di irrigazione impediva qualsiasi altro tipo di coltivazione. La Cooperativa, oltre ad essere impegnata in prima linea nella coltivazione delle leguminose, si è dotata nel corso degli anni di un sistema di attrezzature innovative che consentono di svolgere in loco tutte le fasi di lavorazione del prodotto: pulitura, calibratura, sterilizzazione e confezionamento.
la sagra dei legumi è la vetrina di una cooperativa agricola che ha puntato su questa nicchia di mercato (fave, ceci, lenticchie, fagioli, le riscoperte cicerchie) per andare avanti, sopravvivere a tutto.
Crisi economica, abbandono dell'interno, anche l'alluvione che tempo fa ha spazzato interi campi, intere vigne, intere vallate, distruggendo anche i lavori di bonifica del Rio Mannu distrutti dalle frane e dai detriti arrivati a tutta velocità dalla vicina Giara di Gesturi.

L'immancabile girarrosto con un apposito cestello, per la perfetta tostatura delle castagne proprio come viene fatto dagli ambulanti.






Tra gli stand della sagra, le degustazioni di piatti e balli in piazza.
Anni fa i contadini di Las Plassas hanno deciso di tentare questa nuova strada. Puntare su colture dimenticate, sottovalutate, puntare sulla qualità, non sulla quantità.  



Edificio religioso principale è la chiesa di Santa Maria Maddalena, edificata nella seconda metà del 1600 sui ruderi di un’edifico bizantino e finita di costruire agli inizi del 1700.

 Sopra il portale centrale riquadrata da una cornice modanata si apre una finestra ad arco incorniciata anch'essa da modanature simili a quelle del portale d'ingresso




L’edificio di culto principale è Santa Maria Maddalena, ex parrocchiale di gusto rinascimentale, edificata ai piedi del castello tra XVII e XVIII secolo sui ruderi di un’edifico bizantino. Aveva pianta a croce greca, modificata poi in croce latina. Restano cupola ottagonale e un campanile a vela con campana cinquecentesca.






la parrocchiale di san Sebastiano, patrono celebrato a gennaio con un grande falò. La chiesa risale alla metà del XVII secolo, poi fu ristrutturata. 






Negli scavi del castello sono state rinvenute parti dell’arredo, ceramiche (XIII-XVI secolo) e altri reperti esposti nel museo del castello MudA, ospitato in una dimora ottocentesca. Una parte del museo è archeologica: di grande interesse è un’epigrafe del I secolo d.C., in cui il popolo locale degli Uneritani dedica un tempio a Giove. All’epoca il villaggio faceva parte della colonia di Uselis.


I reperti più significativi dal castello si raccontano in prima persona attraverso un’audioguida interattiva. Grazie a questi reperti (un’epigrafe, un concio figurato, ceramiche locali, italiche e iberiche, oggetti da gioco in osso e oggetti in metallo, da guerra o da costruzione) il visitatore esplora lo spazio, le relazioni e le funzioni del castello. I reperti sono contenuti in espositori cilindrici trasparenti, “teatro archeologico” dove forma, funzione, provenienza ed utilizzo scandiscono il viaggio che restituisce all’oggetto il contesto di provenienza; è possibile l’esperienza tattile grazie a fedeli riproduzioni degli oggetti. 




















Il Castello subì nei secoli diverse dominazioni: nel 1409, in seguito alla famosa battaglia di Sanluri, svoltasi in località "Bruncu de Sa Battalla", che si concluse con la sconfitta degli arbonensi, il Castello de Marmilla, fu infeudato dall'Iberico Pietro de Besalù per essere acquistato, nel 1541, dall'aragonose Açor Zapata, con un atto di investitura firmato da Carlo V, Imperatore e Re di Sardegna.
Attualmente sono visibili la torre maestra e le murature, perimetrali e interne che, seppur interessate da un degrado profondo, consentono di osservare le tecniche costruttive e le scelte adottate nei continui rifacimenti, nei restauri e nelle opere di potenziamento. È anche visibile l’articolazione degli ambienti interni: quelli dove soggiornava la guarnigione, i magazzini e i depositi, la corte d’armi, l’ingresso protetto dal punto di guardia e la grande cisterna interrata, che insieme a una seconda cisterna, localizzata a ridosso del muro perimetrale nordoccidentale, costituiva la preziosa riserva d’acqua.

Nel 2001 il  Castello è stato oggetto di importanti  interventi di ristrutturazione e consolidamento, nonchè  di scavi archeologici. Successivamente nel 2007 sono stati avviati ulteriori scavi negli ambienti interni della struttura.

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