Cagliari rione Stampace.
La torre dello Sperone, o di San Michele, è una torre medievale, unica testimonianza della cinta muraria, eretta dai pisani nel XIII secolo, a difesa di Stampace. L'edificio, attraversato alla base da un portico, sorge tra la via Portoscalas e la via Ospedale, adiacente all'ospedale militare e alla chiesa di San Michele.
San Michele, la facciata e la cupola della chiesa gesuita nel quartiere storico di Stampace.
La Chiesa di San Michele.

Nell'atrio un pulpito scolpito, chiamato Pulpito di Carlo V perché venne eseguito nel 1535, in occasione della visita a Cagliari dell'imperatore, il quale avrebbe assistito alla messa da questo pulpito. proveniente dalla vicina chiesa medievale di San Francesco, demolita nel XIX secolo.
Il Portale principale della Chiesa di San Michele.
La chiesa dell’ordine gesuitico fu costruita grazie ad un lascito del benefattore Francesc’Angelo Dessì morto nel 1647.

L'interno della chiesa di San Michele è dominato dall'imponente altare maggiore. La chiesa è composta da otto cappelle comunicanti tra loro (quattro per lato), colpiscono la ricchezza delle decorazioni gli elementi lapidei scolpiti, gli stucchi.
La chiesa, fu costruita a fine Seicento, prima della cattedrale, sopra un precedente oratorio,
e consacrata nel 1738.
I Gesuiti, espulsi dall’Isola (1848), rientrarono nella loro chiesa ottant’anni dopo.
Sopra la bussola d'ingresso, troviamo la cantoria, allestita nel 1804, delimitata da tribuna in legno e decorata con angeli che suonano strumenti musicali, qui vi si trova un organo a canne.
La cupola internamente è divisa in spicchi decorati con elementi vegetali entro cui sono raffigurati gli Evangelisti. Gli affreschi e i marmi costituiscono la maggior parte degli arredi.
Sopra l'altare, caratterizzato da quattro colonne tortili, si trova la statua lignea di San Michele in legno policromo dorato, di scuola napoletana.
Cappella della Madonna col bambino, recante simboli delle litanie lauretane.
Cappella di San Luigi Gonzaga.
Cappella di San François-Marie Régis, missionario popolare francese, patrono della Provincia francese dei gesuiti .

La Cappella con il dipinto di S. Francesco Borgia .
Nell’antisacrestia si trovano dieci tele di notevoli dimensioni raffiguranti i misteri dolorosi e gloriosi del rosario, opera di un pittore sardo Giuseppe Deris.

In questa vetrina si conservano sei gruppi marmorei rappresentanti i misteri della passione di Cristo che vengono portati in processione durante i riti della Settimana Santa.
La sacrestia, di forma rettangolare, opera del lombardo Giovan Battista Corbellini, è sovrastata da una volta a botte lunettata, in cui, tra festoni e dorature, capolavoro del rococò in Sardegna, vi è rappresentato l'affresco del “Trionfo del nome di Gesù” dell'Altomonte.
All'interno della sacrestia sono custoditi otto dipinti raffiguranti storie e miracoli di santi gesuiti del XVII e del XVIII secolo.
Santo Stanislao Kostka, patrono dei novizi gesuiti, ritratto mentre a Vienna riceve la comunione direttamente da un angelo, alla presenza di santa Barbara.
"Chiesa e Carcere di Sant'Efisio"

La chiesa di Sant'Efisio è una chiesa fra le più importanti dal punto di vista religioso perché legata al culto del santo più venerato dai Cagliaritani, il martire Efisio.
La chiesetta venne costruita nel '600 nei locali adiacenti alla casa padronale della famiglia Ballero, formando un unico complesso.

Sopra l’altare della chiesetta è collocata un'opera pittorica in foglia d’oro del ‘700, una via Crucis in legno e gesso e una statua di Sant'Efisio risalente allo stesso periodo.

L'altare maggiore del 1786, in preziosi marmi policromi, è opera del marmista lombardo Giovanni Battista Franco.
La chiesa conserva dipinti di Francesco Costa, Domenico Colombino e del cagliaritano Sebastiano Scaleta.

Il cocchio di gala o di città di Sant' Efisio, in stile barocco, realizzato in legno dorato e vetri, di bottega toscana: esso viene esposto al centro della chiesa la mattina del 25 aprile quando viene prelevato dalla stanza adiacente alla chiesa dove è collocato durante l'anno, dove resterà, dopo la lunga processione-pellegrinaggio, fino al 25 maggio.
Uno dei tanti allestimenti in onore di Sant'Efiso in via Sant'Efisio.
Ingresso alle carceri di Sant'Efisio dalla via Sant'Efisio.
Un ambiente ipogeico che la devozione popolare vorrebbe fosse il carcere dove fu imprigionato il santo, prima di essere tradotto presso la città di Nora, presso Pula, per esservi decapitato.
Il sotterraneo è situato a 9 m sotto il livello stradale e vi si accede mediante una ripida scalinata.

L'ambiente sotterraneo ha pianta quadrangolare, di dimensioni irregolari, il soffitto è retto al centro da due pilastri risparmiati in fase di scavo.

Addossato a una piccola abside ricavata nella parete vi è un altare in marmo decorato con "azulejos" valenzani datati al Seicento ancora in ottimo stato di conservazione

A lato dell'altare si trova la colonna alla quale sarebbe stato legato Sant'Efisio per subire la flagellazione, in quanto si sarebbe rifiutato di rinnegare la sua fede cristiana.

Panorama.
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