BARI.
Corso Vittorio Emanuele II nel centro di Bari.
Il “centro” della città di Bari è costituito dalla città vecchia e dal Borgo murattiano.
La città vecchia è affacciata sul mare dal tipico impianto medioevale, strade strette che formano una raggiera, con al centro due chiese principali, risalente all'epoca bizantina ed ospita i principali monumenti della città, quali la Basilica di San Nicola, la cattedrale di San Sabino ed il castello Normanno-Svevo.
Il Borgo murattiano è invece in tipico stile ottocentesco con isolati “a scacchiera” e strade larghe dove si trovano molti negozi di grandi marche, ristoranti e bar eleganti.
Corso Vittorio Emanuele II.
Segna il confine tra la città vecchia e il quartiere Murat, con aiuole alberate, palme alte, negozi e ristoranti.
L'opera monumentale in bronzo di uno scultore italiano, il “Cavallo con gualdrappa”, realizzata nel 1985.
Bari vecchia. Archi strada San Bartolomeo.
Bari è ricca di costruzioni architettoniche che sono gli archi, se ne contano oltre 50 e sono tipici del borgo antico, al pari delle edicole votive, di questi preziosi altarini, ce ne sono ovunque, a Bari vecchia se ne contano 240.
Bari vecchia.
L’anima antica di Bari è un susseguirsi di vicoli stretti sui quali si aprono le porte delle bassi, le tipiche piccole abitazioni a piano terra.
Gli Archi "strada San Bartolomeo" ci conducono a Largo Chiurlia.
Bari vecchia.
Vicino all’incrocio tra strada S. Giuseppe, strada Sagges e il relativo arco, attraversato il quale si giunge alla Chiesa di San Giuseppe del IX secolo, qui si celebra la messa in latino. Chiusa.
Bari vecchia.
Strada San Giuseppe e l’arco Notar Morea,
dal nome del notaio che visse in questa zona dal XVII e XVIII secolo.
Bari vecchia.
L'Arco Petroni, intitolato a Giandomenico Petroni, sindaco di Bari e deputato che abitò nella casa soprastante fino alla sua morte avvenuta nel 1908.
Bari vecchia.
Arco del Carmine, con l'edicola votiva di San Nicola rappresentato in stile ottomano, iconografia del XIX secolo.
L’arco collega strada del Carmine e strada delle Crociate.
Bari vecchia.
Arco del Carmine.
L’arco collega strada del Carmine e strada delle Crociate.
Bari vecchia.
Arco del Carmine, edicola votiva San Nicola rappresentato in stile ottomano, iconografia del xix secolo.
L’arco collega strada del Carmine e strada delle Crociate.
Questo Arco "strada dei Bianchi Dottula", conduce in Piazza Oditrigia, dove c'è la Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
In Piazza Oditrigia ci sono due archi, questo è l' Arco strada dei Bianchi Dottula.
Bari vecchia.
La Cattedrale di San Sabino, in piazza Odegitria.
Questo nome così strano, è dovuto al dipinto della Madonna venuta da Odegitria (Costantinopoli) importata da monaci nel 733 .
Bari vecchia.
In Piazza Oditrigia ci sono due archi, questo è l' Arco della Neve, incastonato tra un palazzo giallo e uno color rosa salmone. Sbagliarsi non è possibile, perché sulla parete di sinistra, è posta una targa in pietra con su scritto “Strada Arco della Neve”.
Bari vecchia.
L’Arco della Neve è così chiamato perché un tempo in questa zona, in assenza dei congelatori, si vendeva la neve sotto forma di ghiaccio per poter preparare nei mesi estivi gelati, granite e bibite, ma serviva anche per curare ferite e infiammazioni.
L'edicola è dell'800 e raffigura la Madonna addolorata.
Bari vecchia.
Dall’Arco della Neve, la bella visuale della piazza Odegitria con la Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
Un curioso vicolo decorato con "cuoricini rossi”.
Bari vecchia.
Un angolo della Piazza Odegitria.

Bari vecchia.
La Cattedrale di San Sabino, in piazza Odegitria.
Bari vecchia.
Bari vecchia.
Il retro della Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
Il retro della Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
Nella rientranza di strada Ronchi, alle spalle della Cattedrale di San Sabino, c'è una delle Cisterne che Bona Sforza, regina di Polonia, giunta a Bari nel 1501, fece costruire in città tra l'abside e il palazzo del Tribunale Ecclesiastico, proprio di fronte al portone di quella che era l'antica cantina di “U Calandridde”.
Il Campanile visto da dietro la Cattedrale di San Sabino.
Il Campanile visto da dietro la Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
Bari vecchia.
Bari vecchia. Largo San Sabino.
In Largo San Sabino, nel cuore del quartiere San Nicola, si può ammirare la parte posteriore della Cattedrale ed il suo splendido campanile, qui ha sede la portineria della sede dell’Arcivescovado della diocesi di Bari e Bitonto.
Bari vecchia. La Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, eretta nel 1696, è
incorporata nell'antico convento carmelitano, detto dei maschi per distinguerlo da quello femminile, sede parrocchiale fino al 1975.
Ultimamente restaurata, la chiesa viene aperta solo per ospitare manifestazioni culturali ed è sede della Pinacoteca diocesana e della Biblioteca Provinciale De Gemmis.
Bari Vecchia.
In uno dei pittoreschi vicoli di Bari Vecchia, spicca questo campanile o torretta di origine sconosciuta .
Bari Vecchia.
In uno dei pittoreschi vicoli di Bari Vecchia, spicca questo campanile o torretta di origine sconosciuta .
Bari Vecchia.
Arco "Strada de' Gironda".
Bari Vecchia.
Strada de' Gironda.
Bari Vecchia.
Il seicentesco Palazzo Gironda fu la residenza di famiglie prestigiose, quartier generale delle truppe napoleoniche nel 1803 e sede storica della Polifonica cittadina.
Bari Vecchia.
Il seicentesco Palazzo Gironda fu la residenza di famiglie prestigiose, quartier generale delle truppe napoleoniche nel 1803 e sede storica della Polifonica cittadina.
Il seicentesco Palazzo Gironda è la sede dell’Alliance Française d’Italie di Bari.
Alliances Françaises d’Italie è certificata dal MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, come: “Organismo di formazione dei professori di Lingua e cultura Francese in Italia”.
Palazzo Gironda è stato la sede della Polifonica Biagio Grimaldi, il palazzo è privato e fu acquistato agli inizi dell'Ottocento dai fratelli commercianti Michele e Giuseppe Milella.
Lungomare Imperatore Augusto.
Il Teatro Margherita.
All’interno del bellissimo edificio in stile liberty che caratterizza il lungomare di Bari, sono esposte le opere più famose ed enigmatiche dell’artista BANKSY.
Lungomare Imperatore Augusto.
Lungomare Imperatore Augusto.
Lungomare Imperatore Augusto.
Tutta la zona di Bari Vecchia è circondata dal lungomare Imperatore Augusto che si estende lungo l’intero percorso dell’antica cinta muraria.
Lungomare Imperatore Augusto.
Lungomare Imperatore Augusto.
Lungomare Imperatore Augusto.
Mercato del pesce, sul molo Sant’Antonio.
Lungomare Imperatore Augusto.
Lungomare Imperatore Augusto.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
La bella fontana in Piazza Eroi del mare, di fronte al passeggio dello shopping su corso Cavour, dall'altra parte della strada la "vetrina" del lungomare.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
La bella fontana in Piazza Eroi del mare, di fronte al passeggio dello shopping su corso Cavour, dall'altra parte della strada la "vetrina" del lungomare.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco, Corso Cavour.
La Camera di Commercio di Bari fu fondata il 27 marzo 1849.
Nel 1910 il suo nome da Camera di Commercio e Industria cambiò, dopo il fascismo e la seconda guerra mondiale, in Camera di Commercio Industria e Agricoltura.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco, Corso Cavour.
Banca d'Italia, sita tra il Palazzo della Camera di Commercio ed il Teatro Pretruzzelli, il maestoso palazzo costruito nel 1926, sorge su un’area di circa tremila metri quadrati, su quattro livelli più un piano interrato.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco, Corso Cavour.
La Banca d’Italia, un maestoso palazzo del 1932.
Di fronte a esso si staglia un’elegante fontana in pietra che da quasi novant’anni forma, assieme alla banca, un’iconica accoppiata “da cartolina”.
Le due strutture furono infatti realizzate contemporaneamente.
Il monumento è costituito da una vasca bianca di forma quadrata con due semicerchi ai due lati.
Al centro si erge una sinuosa struttura che richiama motivi floreali e alla cui estremità si trova una pigna da cui fuoriesce un forte getto. L’acqua va poi a raccogliersi prima in una vasca più piccola, dalla quale poi trabocca riversandoci nel bacino più grande.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco, Corso Cavour.
Il Teatro Petruzzelli, il quarto teatro italiano per dimensioni.
La storia del Teatro Petruzzelli di Bari ha inizio quando Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori di origine triestina, presentarono la progettazione del teatro di un loro cognato ingegnere barese, presso la sede comunale di Bari.
La proposta dei Petruzzelli venne accettata e nel 1896 stipulato il contratto tra la famiglia e l'amministrazione comunale.
Due anni dopo, nell'ottobre 1898, cominciarono i lavori, che terminarono nel 1903.
Il teatro fu inaugurato nel 1903 con il capolavoro di Meyerbeer, Gli Ugonotti.
Il teatro proietta la città di Bari nel mondo, rendendola famosa.
Accanto alla lirica, vanno di scena musical, balletti, grandi concerti.
Grandi artisti internazionali hanno calcato il palco del Petruzzelli, Herbert von Karajan, Rudolf Nureyev, Frank Sinatra, Ray Charles, Liza Minnelli, Juliette Greco.
E poi anche grandi artisti italiani, Eduardo De Filippo, Riccardo Muti, Carla Fracci, Luciano Pavarotti, Giorgio Gaber.
"Riso, patate e cozze" alla barese e "Fritto Misto"
Sosta pranzo alla "Pescieria RistoFish", gastronomia ittica, al centro di Bari in via De Rossi 159.
Bari quartiere Umbertino.
L'imponente palazzo storico, sede dell'Università cittadina, eretto nel 1868 in piazza Umberto I nel cuore del moderno del centro cittadino,
Di fronte all’Ateneo si staglia la più antica fontana di Bari, una vasca ovale di colore chiaro.
Al centro della fontana si trova una sorta di “montagnetta” in pietra da cui fuoriesce il getto più alto. Altri due zampilli provengono da due sorgenti a forma di fiore.
Si tratta di un monumento storicamente molto importante, visto che da qui, il 24 aprile 1915, annunciato da tre colpi di cannone sparati dalla Muraglia sgorgò il primo zampillo proveniente dall’Acquedotto Pugliese.
Bari quartiere Umbertino.
In Piazza Aldo Moro, di fronte alla Stazione Centrale si staglia una monumentale fontana costituita da tre diversi bacini circolari e caratterizzata da un imperioso getto d’acqua.
Tutto il perimetro della monumentale fontana di Piazza Aldo Moro è contraddistinto da una serie di disegni che riprendono gli stemmi delle varie province pugliesi.
La monumentale fontana di Piazza Aldo Moro si trova qui dagli anni 60, quando andò a sostituire la “Fontana del Sele” costruita durante il Fascismo e inneggiante al Regime.
La monumentale fontana di Piazza Aldo Moro.
Bari quartiere Umbertino.
Piazza Umberto e il grande monumento dedicato a Umberto I di Savoia, re d'Italia dal 1878 al 1900, la statua assieme alla colonna, raggiunge un'altezza di 13 metri.
Bari quartiere Umbertino.
Piazza Umberto e il grande monumento dedicato a Umberto I di Savoia, re d'Italia dal 1878 al 1900, la statua assieme alla colonna, raggiunge un'altezza di 13 metri.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
Palazzo Mincuzzi, stile Liberty, simbolo del commercio di Via Sparano.
Via Sparano l’arteria principale del cuore della città, la
strada pedonale dello Shopping lunga più di mezzo chilometro, dove si trovano tantissimi negozi per fare acquisti mentre si passeggia con calma e
tranquillità. Si trovano le boutique più prestigiose, come
Valentino, Gucci, Max Mara, ma anche i brand low cost più famosi, come
Zara, Benetton e molti altri ancora, oltre alle antiche
pelliccerie.
Bari. Palazzo Mincuzzi, stile Liberty.
Gli
ultimi lavori di restauro hanno fatto riemergere l’antica boiserie, le
vetrate al piano primo ed il pavimento in cementine decorate. L’edificio
è tutelato dai beni artistici.
Palazzo Mincuzzi, è stato affittato da qualche decennio all’imprenditore Luciano Benetton.
Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
Via Sparano la strada pedonale dello Shopping, l'insolita Chiesa cattolica di San Ferdinando al 1849, con le sue strane arcate, nel cuore della città e dei Baresi. Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
Una via perpendicolare alla via Sparano, sullo sfondo il Teatro Petruzzelli.

Bari, quartiere murattiano stile ottocentesco.
Una via perpendicolare alla via Sparano, sullo sfondo il Teatro Petruzzelli.

Bari vecchia.
Bari vecchia.
Palazzo Sagges, antica casa del Seicento, porta il nome della famiglia patrizia ultima proprietaria dell’immobile dal 1701 al 1927.
È ubicato nella vicinanze della Cattedrale e si affaccia su strada Sagges e su largo Maurelli mostrando una facciata decisamente sobria, se confrontata con gli altri palazzi nobiliari che costeggiano la più nota strada Palazzo di Città.
Bari vecchia.
Palazzo Sagges, antica casa del Seicento.
Bari vecchia.
La chiesa di San Gaetano si trova nella strada omonima, nei pressi dell’Arco delle Meraviglie, del tutto nascosta dalla piccola via e dalle case circostanti.
Eretta alla metà dell'XI secolo e riedificata nel 1170, è stata più volte ristrutturata e rimaneggiata. Presenta una sobria facciata rettangolare racchiusa da una cornice sagomata. La domenica qui viene celebrata la particolare “messa” della chiesa ortodossa etiope, una comunità che gestisce la chiesa dal 2012.
Bari vecchia.
Una targa per ricordare Michele Fazio.
Vittima innocente di mafia a 15 anni, fu colpito, da un colpo alla nuca, per errore nei vicoli del centro storico. La morte assurda di Michele avvenne sotto casa sua in largo Amenduni.
Bari vecchia.
Sullo sfondo, oltre l'arco celeste, si intravede l' Arco delle Meraviglie, che leggenda dice fosse stato costruito in una sola notte per consentire il passaggio da una finestra a quella di fronte di due innamorati che abitavano in quei palazzi.
Bari vecchia.
Sotto l'arco celeste, l'edicola votiva della Madonna Addolorata con San Nicola e San Sabino.
Bari vecchia.
Nei vicoli della città vecchia, c’è l’Arco delle Meraviglie-
Prese il nome di Arco Meraviglia dalla famiglia Meraviglia, proprietaria del palazzo, di origini milanesi trasferitasi a Bari intorno al XVI secolo.
La leggenda dice fosse stato costruito in una sola notte dalla famiglia del ragazzo per consentire il passaggio da una finestra a quella di fronte di due innamorati che abitavano in quei palazzi.
I due giovani erano ostacolati dalla famiglia della ragazza che non dava consenso all’unione. Così senza nessuna pozione magica o intrighi e risse, si pensò ad una soluzione molto pratica: costruire un arco che unisse le abitazioni che li separavano.
Fu costruito all’inizio del 1500 e rappresenta tuttora uno degli angoli più suggestivi di Bari Vecchia, per trovarlo dovete cercare tra gli stretti vicoli della città vecchia.
Una storia a lieto fine.
Bari Vecchia
Arco Corte Gian Lorenzo, vicino a Strada Filioli.
Bari Vecchia.
Arco Corte Gian Lorenzo, Edicola sacra "Madonna con bambino".
Bari Vecchia.
Le Popizze di Angela in via Filioli.
Le Popizze o pettole pugliesi, sono semplici frittelle tonde di pasta lievitata da gustare in ogni periodo dell’anno.
Bari Vecchia.
Le Popizze di Angela in via Filioli, fanno parte della tradizione barese, pastella fritta dolce o salata.
Bari Vecchia.
Le Popizze di Angela in via Filioli, fanno parte della tradizione barese, pastella fritta dolce o salata.

Bari Vecchia.
Il "Sacro e il Profano", sopra le Popizze di Angela, annerita dal fumo, l'edicola dedicata al culto della Crocifissione in strada Filioli.
Bari Vecchia.
Bari Vecchia.
Le Sgagliozze di Maria, in Strada delle Crociate, sono delle fragranti e bollenti fette di polenta fritta, fatte con acqua, sale, farina di mais e fritte in abbondante e caldissimo olio di semi di girasole.
Bari Vecchia.
Le Sgagliozze di Maria, in Strada delle Crociate, sono delle fragranti e bollenti fette di polenta fritta, fatte con acqua, sale, farina di mais e fritte in abbondante e caldissimo olio di semi di girasole.
Bari Vecchia.
Curiosando tra i vicoli di Bari, una fila davanti all'Opera Pia Maria Santissima del Carmine.

Bari Vecchia.
Strada Arco del Carmine.

Bari Vecchia. Strada Arco del Carmine.

Arco del Carmine. Edicola votiva della "Madonna del Carmelo e San Simone Stock".

Arco del Carmine.
Edicola votiva della "Madonna del Carmelo e San Simone Stock".
La Chiesa, ha la facciata in stile romanico, il portale risale al XI secolo ed è circondato da grani di rosario in pietra, inseriti in una cornice doppia, salendo più in alto un rosone a raggiera.
Bari vecchia. La Chiesa di San Marco dei Veneziani di Bari.
Le tre diverse nicchie a forma di arco ritraggono San Marco, Sant’Antonio, Gesù con la Madonna del Pozzo.
Bari vecchia. La Chiesa di San Marco dei Veneziani di Bari.
Le tre diverse nicchie a forma di arco ritraggono San Marco, Sant’Antonio, Gesù con la Madonna del Pozzo.
Bari vecchia.
Strada Del Carmine.
Bari vecchia.
Il pittoresco Arco Carducci, dalla volta dipinta di color celeste acceso punteggiato di stelle dorate, ospita l'edicola votiva della Madonna Odegitria o di Costantinopoli.
Bari vecchia.
Il pittoresco Arco Carducci, dalla volta dipinta di color celeste acceso punteggiato di stelle dorate, ospita l'edicola votiva della Madonna Odegitria o di Costantinopoli.
Bari vecchia.
Il pittoresco arco Carducci, dalla volta dipinta di color celeste acceso punteggiato di stelle dorate.
L'edicola votiva di San Nicola.
Bari vecchia.
Piccola nicchia contenente il Sacro cuore di Gesù.
Bari vecchia.
Piccolo altarino con la Madonna di Lourdes.
Bari vecchia.
Le Popizze baresi da Terry, sono semplici frittelle tonde di pasta lievitata.
Bari vecchia.
Corte Alberolungo, appellativo dovuto all'antica presenza in zona di un albero di grandi dimensioni.
Bari vecchia.
Corte Alberolungo, l'ingresso è rappresentato da un arco con una edicola votiva, abbellita da un dipinto ottocentesco di olio su rame raffigurante l'Addolorata tra santi.
Bari vecchia.
Corte Alberolungo, oltre l'arco in una nicchia una grande statua di San Pio.
Bari vecchia.
Corte Alberolungo, oltre l'arco in una nicchia una grande statua di San Pio.
Bari vecchia.
L'Arco del Pellegrino, chiamato anche "Angioino", visto dall'esterno della Basilica di San Nicola, con ingresso da via delle Crociate.
Sull’ Arco del Pellegrino, in alto l’immagine di San Nicola, che ricorda a tutti che si entra in un’area in cui si stava sotto la protezione del Santo e si gode dell'immunità sia religiosa che civile.
Ai lati dell’arco vi sono due stemmi risalenti alla fine XIV secolo.
La Basilica di San Nicola.
La Basilica Pontificia di San Nicola di Bari fu costruita tra la fine dell’XI e il XII secolo ed è di arte “Romanico pugliese”.
La basilica fu costruita per ospitare le reliquie di San Nicola, provenienti da Myra, una città dell'Asia minore.
Affiancano la facciata due torri campanarie possenti, diverse per altezza e dimensioni, perché realizzate con materiale di spoglio, proveniente da vecchi edifici.
Il bassorilievo che sovrasta il portone d'ingresso della Basilica di San Nicola. Risale al XIV secolo e ritrae il patrono della città San Nicola.
Al di sopra del portone si trova un protiro cuspidato poggiato su colonne, rette da due buoi, sulla cui cima è collocata una sfinge.
San Nicola.
La statua del Santo con gli oggetti sacri ritrovati, l’anello, l’Evangeliario con le tre sfere, e il medaglione contenente una fiala della Manna.
Il 22 marzo 2022 un ladro aveva rubato l’anello dalla mano sinistra, l’Evangeliario con le tre sfere dal braccio destro e il medaglione contenente una fiala della Manna.
L'Arco del Pellegrino, chiamato anche "Angioino", visto dall'interno della Basilica di San Nicola.
L'arco fu fatto aprire dal Re Carlo d'Angiò e perciò detto Angioino, chi oltrepassava l'arco, si poneva sotto la protezione del Santo e godeva d'immunità rispetto all'Autorità sia religiosa che civile.
A fianco alla chiesa di San Gregorio è stata collocata nel 2003 la statua in bronzo di San Nicola, dono di Vladimir Putin a nome di tutto il popolo russo.
Bari di notte.
Via Sparano, il Palazzo Mincuzzi, stile Liberty.
Bari di notte.
Via Sparano, il Palazzo Mincuzzi, stile Liberty.
Bari vecchia.
La chiesa di San Giuseppe del 1103, con la bella facciata
restaurata nel XVIII secolo, mentre il resto dell’edificio, i dipinti e le decorazioni risalgono al 1900.
Venerdì santo.
La chiesa di San Giuseppe del 1103, sotto il telo viola che copre il tabernacolo dell'altare c'è una icona che raffigura Gesù Cristo.
Venerdì santo.
Venerdì santo.
La chiesa di San Giuseppe del 1103, sotto il telo viola che copre il tabernacolo dell'altare c'è una icona che raffigura Gesù Cristo.
Il bellissimo soffitto decorato e l'organo della chiesa di San Giuseppe.
Bari vecchia.
Nel Largo San Sabino, nel cuore del quartiere San Nicola, si trova la portineria della sede dell’Arcivescovado della diocesi di Bari e Bitonto.
Da qui si può ammirare la parte posteriore della Cattedrale di San Sabino ed il suo splendido campanile.
Bari vecchia.
Qui dal Largo San Sabino, assistiamo all' arrivo della processione, ondeggiante, partita questa mattina alle nove, dalla chiesa di San Gaetano, per attraversare la città vecchia e poi raggiungere, alle 13, la Cattedrale. La processione sosterà qui per un paio di ore, per poi riprendere alle ore 15 attraversando i quartieri Libertà e Murat.
Apre la processione, ondeggiante, Gesù nell'Orto degli ulivi (Criste all’òrte).
La processione si compone di 9 Sacri Misteri.
Il pentimento di San Pietro (Sande Pìite cu gardidde).
Gesù alla colonna (Criste a la chelònne).
Gesù alla colonna (Criste a la chelònne).
La processione, ondeggiante, con Gesù che porta la croce (Criste che la cròscia n-guèdde).
San Giovanni Evangelista (San Giuànne).
San Giovanni Evangelista (San Giuànne).
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
La processione, ondeggiante, con Gesù Morto (Gesù Muèrte) coperto da un velo.
Ogni Sacro Mistero viene accompagnato da una banda cittadina.
Ed infine chiude la processione l'Addolorata (La Ndeloràte).
Ed infine chiude la processione, ondeggiante, l'Addolorata (La Ndeloràte).
Seguiamo la processione per le vie della città vecchia e raggiungere la Cattedrale.
La Madonna è seguita dalla banda musicale che intona l'inno struggente dell'Addolorata.
Bari vecchia.
I due archi in Strada Sagges.
Bari vecchia.
Strada Sagges. "Qui, dove sorgeva il chiostro di san Giuseppe, c'era il presepe in pietra del sec. XVI ora nella pinacoteca provinciale di Bari". AD 2004
Bari vecchia.
Strada Sagges.
Bari Vecchia.
La chiesa Santa Maria del Carmine, alla sinistra la facciata della chiesa Santa Maria del Carmine dove si intravede lo stemma stellato dell'ordine dei carmelitani
Sulla parete laterale la nicchia contenente l’altare marmoreo con la rappresentazione della "Morte di San Giuseppe", dipinto del XVIII secolo.
Sulla parete laterale la nicchia contenente l’altare marmoreo con la settecentesca tela della "Deposizione" attribuita al pittore Andrea Miglionico.
Bari vecchia.
La Basilica Pontificia di San Nicola di Bari è una stupenda rappresentanza delle chiese romaniche in Puglia con due grosse torri ai lati, nata nel 1100, per ospitare le reliquie di San Nicola giunte a Bari dalla città di Myra in Licia.
A difesa della sacra basilica Pontificia di San Nicola sopra del portale vi è una sfinge.
Il portale principale è riccamente scolpito, sugli stipiti vi sono foglie di lauro, grappoli d'uva e pigne, dentelli, ovuli e rosette sporgenti, secondo la tradizione classica del simbolismo liturgico. In basso, alla base degli stipiti, vi sono due riquadri con figure umane ritratte nello sforzo di reggere tutta la fascia decorativa
Ai lati del portale, due colonne sorrette da due buoi su due mensole, mantengono l’archivolto decorato.
La cripta.
La Cappella Orientale, dove anche i cristiani ortodossi possono pregare e celebrare la propria liturgia.
Reliquie di San Nicola.
Reliquie di San Nicola.
L'altare centrale conserva i resti del santo e presenta un pregevole mosaico pavimentale realizzato con materiali provenienti da diverse aree geografiche.
La “Colonna miracolosa”, attira la devozione di tanti fedeli, perchè legata ad una leggenda popolare, sulle “zitelle” che fino al 2007 (anno in cui il monumento è stato protetto da una gabbia in ferro) ci giravano intorno e la toccavano nella speranza di trovare marito.
Cripta.
Nella cripta ci sono ventisei colonne con capitelli romanici.
Cripta.
Il presbiterio è separato dalla navata centrale da tre archi su colonnine.
L’altare centrale è sovrastato da un ciborio del 1150, il più antico di Puglia, costituito da un baldacchino sostenuto da quattro colonne in marmo.
Il soffitto in legno dorato contiene dei preziosi dipinti del XVII sec., nel dipinto ottagonale San Nicola che mostra il dogma della Trinità all'imperatore Costantino. (regge nella mano un mattone da cui escono delle fiamme, acqua, terra e fuoco).
Nel secondo dipinto, quello rettangolare San Nicola salva dei pescatori da un cetaceo e sopra di loro troneggia l' Immacolata Concezione.
Nell’abside della Basilica di San Nicola, sono custodite le spoglie di Bona Sforza, Regina di Polonia, sotto la statua femminile inginocchiata, commissionata dalla figlia Anna.
Ai lati si trovano San Nicola e San Stanislao.
Uno dei maggiori capolavori scultorei del romanico pugliese è la cattedra episcopale dell'abate Elia, realizzata al termine dell’XI secolo. Ha il sedile traforato negli alti braccioli, e sul dorso ci sono due leonesse intente a sbranare due uomini.
l Ciborio che si trova sopra l’altare è il più antico di tutta la Puglia, costruito prima del 1150, è composto da 4 colonne di marmo, due rosse e due viola.
Le colonne sostengono il baldacchino con la base ottagonale e con iscrizioni del XII Secolo.
Il soffitto della navata centrale é stato dipinto dal pittore Carlo Rosa di Bitonto (BA), così come i soffitti del transetto e del triforio. Egli lavorò dal 1661 fino al 1673.
Sullo sfondo a destra un trittico in cui figurano la Madonna della Passione, San Giovanni Evangelista e San Nicola. A destra Gesù Morto (Gesù Muèrte) coperto da un velo.
Un bellissimo Altare del Patrocinio, una cattedra trecentesca che nel 1684 fu ridisegnata da orafi napoletani su lamine d’argento, sormontato da una tela di San Nicola nero.
I tre archi trasversali che sovrastano la navata centrale della Basilica di San Nicola.
L'Addolorata (La Ndeloràte).
Gesù alla colonna (Criste a la chelònne).
San Giovanni Evangelista (San Giuànne).
Il pentimento di San Pietro (Sande Pìite cu gardidde).
Porta dei Leoni sulla facciata laterale della Basilica di San Nicola.
Questa porta è un’opera di grande ricchezza artistica. L’arco e la cornice della porta sono riccamente decorati con simboli bizantini, longobardi e normanni.
A fianco dell'arco Angioino interno alla Basilica di San Nicola, è stata collocata nel 2003 una statua di bronzo di San Nicola, dono di Vladimir Putin a nome di tutto il popolo russo.
Alla fine della Muraglia in Via Venezia, sullo sfondo a dx la Chiesa di Santa Scolastica al Porto, la zona più antica di Bari, quella di San Pietro.
La processione, ondeggiante, con Gesù Morto (Gesù Muèrte) passa davanti alla Chiesa di San Giovanni Crisostomo.
La processione, ondeggiante, con Gesù nell'Orto degli ulivi (Criste all’òrte) passa davanti alla chiesa di Santa Scolastica.
La processione, ondeggiante, con Gesù nell'Orto degli ulivi (Criste all’òrte) passa davanti alla chiesa di Santa Scolastica.
Bari vecchia.
La chiesa di Santa Scolastica sorge su un’area archeologica con preesistenze risalenti al IV secolo a.C. sottoposta a vincolo della Soprintendenza archeologia, belle arti e destinata, a tempo indeterminato, al culto pubblico cattolico.
Bari vecchia.
Chiesa di Santa Scolastica.
Il portale della chiesa, in stile barocco settecentesco, è sormontato da una statua di San Benedetto, ai suoi lati due angeli e lo stemma dell’arcivescovo Puteo, che consacrò l’edificio al culto nel 1579.
Bari vecchia.
Chiesa di Santa Scolastica.
La Processione, dondolante, con l'Addolorata (La Ndeloràte), accompagnata da una delle bande cittadine passa davanti alla chiesa di Santa Scolastica.

Dal portone spalancato della Chiesa di Santa Scolastica vedo passare Il pentimento di San Pietro (Sande Pìite cu gardidde).
Chiesa di Santa Scolastica, l' altare principale in marmo realizzato nell’800.
La cappella a dx è dedicata alla Madonna di Costantinopoli, rivestita di "riza" copertura d'argento.
La cappella a sx è dedicata a Santa Lucia.
La cappella dedicata a Santa Lucia.
Bari vecchia.
Strada di Santa Scolastica.
Nella parte più antica di Bari, incastonato tra i vicoli, in zona San Pietro, si trovano i resti medievali di un edificio religioso sopravvissuto alla distruzione avvenuta nel 1938, Santa Maria del Buonconsiglio, un museo a cielo aperto con tanto di mosaici, capitelli, otto colonne in marmo.
Bari vecchia.
Strada di Santa Scolastica.
Santa Maria del Buon Consiglio, un'edicola dedicata alla Madonna.
Bari vecchia.
Vico Forno Santa Scolastica.
Santa Maria del Buon Consiglio, un' edicola dedicata alla Madonna.
Bari vecchia.
L'edicola votiva "Madonna delle anime purganti" del sedicesimo secolo, che si trova in vico Forno Santa Scolastica.
Bari vecchia.
Arco Vico Forno S. Scolastica.
Bari vecchia.
Strada di Santa Scolastica.
Santa Maria del Buonconsiglio, un museo a cielo aperto con tanto di mosaici, capitelli, otto colonne in marmo, un pavimento con un insieme di mosaici.
Il Buon Consiglio perchè nella chiesa si tenevano le assemblee con i cittadini, e i consigli erano necessari per decidere giustamente il da farsi.
Bari vecchia.
Edicola votiva sotto l' Arco in Corte Altini, l'iconografia della Madonna Odigitria con in braccio il Bambino Gesù, seduto in atto benedicente, che tiene in mano una pergamena arrotolata.
Bari vecchia.
Edicola votiva sotto l' Arco in Corte Altini, l'iconografia della Madonna Odigitria con in braccio il Bambino Gesù, seduto in atto benedicente, che tiene in mano una pergamena arrotolata.
Bari vecchia.
Edicola votiva sotto l' Arco in Corte Altini, l'iconografia della Madonna Odigitria con in braccio il Bambino Gesù, seduto in atto benedicente, che tiene in mano una pergamena arrotolata.

Bari vecchia.
Corte di Altini, uno dei tanti altarini votivi.
Bari vecchia.
Altarino in Santa Maria Del Buon Consiglio.
Bari vecchia.
Sullo sfondo Il Calvario (U Calvàrie), la processione sta per giungere in Arco San Giovanni.
Bari vecchia.
Chiesa di San Giovanni Crisostomo del XI secolo, situata in Arco San Giovanni 1, a due passi dal Castello Svevo.
Bari vecchia.
Arco San Giovanni.
Bari vecchia.
Arco San Giovanni.
Bari vecchia.
L'interno del bellissimo arco San Giovanni, adornato da un dipinto della sacra famiglia e addobbato con varie statuine, conduce ad una corte della città vecchia.
Bari vecchia.
Il settecentesco campanile della chiesa di Santa Chiara.
Bari vecchia.
La processione con Gesù Morto (Gesù Muèrte) coperto da un velo, sta per passare davanti alla Chiesa di Santa Chiara.
Bari vecchia.
Chiesa di Santa Chiara del 1763.
Bari vecchia.
La processione, dondolante, passa davanti alla Chiesa di Santa Chiara,
con la sua facciata in pietra, non è imbiancata come prevede il sobrio stile francescano.
Bari vecchia.
La Chiesa di Santa Chiara è un edificio consacrato nel 1763 dopo una completa ricostruzione della precedente chiesa dedicata a Santa Maria degli Alemanni e risalente al 1239.
L'interno, con un grandioso altare in marmo policromo, con al centro la statua di Santa Chiara, è ornato da preziose pietre di lapislazzuli azzurri.
Le tele del soffitto sono di illustri pittori, la tela al centro rappresenta i Santi in Gloria, ai lati una tela raffigura Il Transito di Santa Chiara, mentre l'altra tela raffigura Santa Chiara che scaccia i Saraceni da Assisi.
Sui lati lunghi della navata si aprono otto cappelle sormontate da archi.
Su, le gelosie in legno, ospitavano le monache clarisse che potevano assistere alle celebrazioni senza essere viste.
L’altare maggiore è in stile barocco e conserva il sarcofago di Santa Chiara.
Nei due dipinti ai lati dell’altare del XVIII secolo sono raffigurati a sinistra San Francesco d'Assisi che sorregge una croce e a destra, Sant'Antonio da Padova con in braccio Gesù bambino.
Originariamente la chiesa possedeva ben 31 dipinti, molti dei quali in restauro o rubati nel corso degli anni.
Le otto cappelle laterali custodiscono le tele più pregiate del periodo rinascimentale di scuola veneta e napoletana e di imitazione caravaggesca, una è l'Annunciazione mentre l'altra il Miracolo delle rose della Porziuncola.
Nella chiesa (dietro l'icona di San Nicola) sono presenti i resti murati di un'antica ruota degli esposti, lì dove venivano posti i neonati indesiderati.
Bari vecchia.
Breve sosta della Processione in Piazza Federico II di Svevia.
Bari vecchia.
A Bari ci sono tantissime “cape di ferro”, le fontanelle pubbliche che a Roma chiamano “nasoni” questa si trova in Piazza Federico II di Svevia, nel centro storico.
Bari vecchia.
La Processione in Piazza Federico II di Svevia.
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi.
Bari vecchia.
La Processione in Piazza Federico II di Svevia.
Sullo sfondo il Castello Normanno Svevo.
Bari vecchia.
Il Castello Normanno Svevo, visto da Piazza Piazza Federico II di Svevia.
Bari vecchia.
La Processione è giunta in Piazza Federico II di Svevia.
Il lungo percorso della processione, dondolante, con i sacri simulacri è partito questa mattina, alle nove, dalla chiesa di San Gaetano, per attraversare la città vecchia e poi raggiungere, alle 13, la Cattedrale di San Sabino.
Bari vecchia.
Piazza Federico II di Svevia.
Le mura di un palazzo tardo settecentesco dalle linee barocche inglobano l’antica chiesa della Trinità, oggi Arciconfraternita della Santissima Trinità e dei Santi Medici, probabilmente edificata intorno alla prima metà del secolo XI .
Piazza Federico II di Svevia.
Arciconfraternita della Santissima Trinità e dei Santi Medici.
Bari vecchia.
Arco Trinità. Strada San Giacomo.
Bari vecchia.
E finalmente..la processione, dondolante, è arrivata in piazza dell'Odegitria davanti alla Cattedrale di San Sabino.
La processione è arrivata in piazza dell'Odegitria davanti alla Cattedrale di San Sabino.
La processione sosterà qui in Cattedrale di San Sabino un paio di ore, per poi riprendere alle ore 15 e attraversare i quartieri Libertà e Murat.
Bari vecchia.
La Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo si trova in piazza dell'Odegitria a due passi dalla Cattedrale, la sua bianca facciata in pietra di Trani.
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. Sull'altare centrale spicca il settecentesco dipinto di Paolo de Matteis che riproduce la bella Madonna dell’Odegitria, con a fianco San Giacomo vestito di rosso.
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. Sull'altare centrale spicca il settecentesco dipinto di Paolo de Matteis che riproduce la bella Madonna dell’Odegitria, con a fianco San Giacomo vestito di rosso.
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. Nelle sei nicchie laterali contiene delle tele realizzate tra XVII e XIX secolo.
1a tela Santa Francesca Romana (XVIII secolo);
2a tela Madonna con Bambino e Santi (XVIII secolo);
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. Nelle sei nicchie laterali contiene delle tele realizzate tra XVII e XIX secolo.
1a tela P. De Matteis (1713) Beato Bernardo de Tolomei,
2a tela Ludovico Vaccaro (1725) Adorazione dei Pastori;
3a tela Sant' Anna e la Vergine (XVIII secolo);
Poichè era annessa ad un monastero, tutto intorno al cornicione, ci sono le grate da dove le monache di clausura potevano assistere alle funzioni senza essere viste.
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. L'Organo nascosto dalle grate.
Chiesa cattolica ortodossa di San Giacomo. Una malandata acquasantiera in marmo con colomba.
Bari vecchia.
In strada dei Dottula al numero 8, si trova il Panificio Santa Rita uno storico forno, il migliore della città di Bari.
Oggi, per una rapida cena, il Panificio Santa Rita offre le sue ottime focacce unte e con pomodori a 2,50 €.
La lunga fila davanti al Panificio Santa Rita la dice lunga su quanto sia buona la focaccia, perchè a Bari di panifici ce ne sono tanti e la scelta è varia ma santa Rita a differenza di altri ha qualcosa di speciale.
Interno del Panificio Santa Rita storico forno della città vecchia di bari.


Bari vecchia.
Sosta pranzo in Piazzetta Bisanzio, alla Caffetteria - Cervezeria De La Plaza nel centro storico di Bari a pochissimi metri dalla Cattedrale di San Sabino (di spalle).
Bari. Quartiere Libertà.
Alla fine di corso Vittorio Emanuele, troviamo il più antico giardino di Bari, voluto nel lontano 1859 dal re Ferdinando II.
Qui si trovano piante esotiche, palme, acacie, querce, pini, oleandri, cipressi, olmi.
Un luogo che dal 1860 venne chiamato sempre “Piazza Garibaldi”.
Al centro della piazza è collocata dagli anni 40 una fontana con un grande vascone centrale tondo.
Bari. Quartiere Libertà.
In piazza Garibaldi all’angolo con via Crispi, il complesso religioso di Maria Santissima del Rosario che ingloba anche un ex monastero. Chiuso.
Bari. Quartiere Libertà.
Maria Santissima del Rosario, un edificio severo e classicheggiante.
Bari vecchia di notte.
La Colonna Infame, in piazza Mercantile, con il l suo leone di marmo bianco
“custode della giustizia”
Bari vecchia di notte.
Il cinquecentesco palazzo della Dogana, in piazza Mercantile.
Bari vecchia di notte.
La Fontana della pigna in Piazza Mercantile.
Bari vecchia di notte.
L’antica fontana pubblica in Piazza Mercantile, è stata costruita nel 1622 chiamata “della pigna” perché originariamente sormontata da una pigna in bronzo.
Bari vecchia di notte.
L’antica fontana pubblica in Piazza Mercantile, è stata costruita nel 1622 chiamata “della pigna” perché originariamente sormontata da una pigna in bronzo.
Bari vecchia di notte.
Vico Corsioli.
Bari vecchia di notte.
La Chiesa barocca Santa Teresa dei Maschi, dalla monumentale facciata, il portale rinascimentale è sormontato da un arco spezzato su cui domina lo stemma delle Carmelitane, con tre stelle e una croce centrale.
Bari vecchia di notte.
La Chiesa barocca Santa Teresa dei Maschi, dalla monumentale facciata, il portale rinascimentale è sormontato da un arco spezzato su cui domina lo stemma delle Carmelitane, con tre stelle e una croce centrale.
Bari vecchia di notte.
Bari di notte.
Corso Vittorio Emanuele I.
Il lungo percorso della processione, dondolante, con i sacri simulacri è partito questa mattina, alle nove, dalla chiesa di San Gaetano, per attraversare la città vecchia e poi raggiungere, alle 13, la Cattedrale di San Sabino.
Bari di notte.
Corso Vittorio Emanuele I.
In tantissimi, si sono riversati in strada per assistere alla processione dei Sacri Misteri che, partita questa sera dalla Cattedrale di San Sabino, ha toccato le strade del quartiere Libertà e del borgo murattiano per poi rientrare in tarda serata alla Basilica di San Nicola, dove sono custodite le statue che raffigurano i personaggi evangelici della passione di Cristo.
Bari di notte.
Corso Vittorio Emanuele I.
La processione dei Sacri Misteri.
Bari di notte.
Corso Vittorio Emanuele I.
Una delle bande cittadine che accompagnano la processione dei Sacri Misteri.
Gesù nell'Orto degli ulivi (Criste all’òrte).
Gesù nell'Orto degli ulivi (Criste all’òrte).
Il pentimento di San Pietro (Sande Pìite cu gardidde).
Gesù che porta la croce (Criste che la cròscia n-guèdde).
La processione, dondolante, dei sacri Misteri, Gesù che porta la croce (Criste che la cròscia n-guèdde).
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
Gesù Morto (Gesù Muèrte) coperto da un velo.
Il Calvario (U Calvàrie), con Maria Maddalena (la Matalène) ai piedi .
Gesù Morto (Gesù Muèrte) coperto da un velo.
Bari vecchia.
Sullo sfondo Piazza del Ferrarese e Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
Piazza del Ferrarese e Piazza Mercantile aprono Bari Vecchia dal lato del Porto.
Piazza del Ferrarese era l’antico ingresso cittadino .
Ai lati della piazza, gli antichi mercati del pesce e della frutta.
Bari vecchia.
Piazza del Ferrarese, l’antico mercato del Pesce costruito nel 1840, ristrutturato di recente, verrà adibito a mostre d'arte contemporanea.
Bari vecchia.
Piazza del Ferrarese, l’antico mercato della frutta, ristrutturato di recente diventerà un centro di cultura e mostra permanente dell’artigianato locale.
Bari vecchia.
In piazza Ferrarese si ergeva la Porta Nuova, costruita nel 1612 per facilitare l'accesso al mercato di Piazza Mercantile. Infatti, in Piazza Ferrarese, è visibile lo scavo che costituisce la base della Porta Nuova.
Bari vecchia.
In Piazza Ferrarese, è visibile lo scavo che costituisce la base della Porta Nuova.
Bari vecchia.
Piazza Ferrarese, le tre piccole absidi della Chiesa della Vallisa.
Bari vecchia.
In fondo si vede il neoclassico Palazzo Starita, costruito sui resti di un antico arsenale.
Bari vecchia.
Il neoclassico Palazzo Starita, costruito sui resti di un antico arsenale.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
Una bella vista di Piazza Mercantile con il Palazzo del Sedile qui a destra.
Bari vecchia.
In mezzo alla Piazza Mercantile, il Palazzo del Sedile, costruito intorno al XV secolo ha rappresentato il cuore politico, accademico e commerciale della città fino al XVIII secolo, la sua bella loggia contenente dei busti ornamentali, e la torre dell’orologio. L'orologio proviene dalla Germania e fu il primo esempio di orologio a rintocchi in Puglia, e fu utile per i mercanti, sempre attenti al tempo.
Bari vecchia.
La "colonna della giustizia" sorge in piazza Mercantile, ed è costituita da una colonna di marmo bianco sormontata da una sfera e da un leone di pietra accovacciato alla base.
La colonna rappresentava una sorta di gogna cittadina, alla quale i debitori insolventi, i
bancarottieri e i falliti venivano legati ed esposti al pubblico, i condannati venivano fatti sedere a cavallo del leone col sedere all’aria e le mani legate alle colonna.
bancarottieri e i falliti venivano legati ed esposti al pubblico, i condannati venivano fatti sedere a cavallo del leone col sedere all’aria e le mani legate alle colonna.
Bari vecchia.
La "colonna della giustizia" sorge in piazza Mercantile, ed è costituita da una colonna di marmo bianco sormontata da una sfera e da un leone di pietra accovacciato alla base.
Bari vecchia.
In piazza Mercantile si trova la casa natale di Niccolò Piccinni (1728-1800), il noto compositore cosmopolita, che ha trascorso gran parte della sua vita a Parigi e le cui opere hanno avuto successo in tutta Europa, nella seconda metà del Settecento, ora trasformata in un museo della musica.
Bari vecchia.
Targa del Comune di Bari dove si comunica la trasformazione della casa natale di Niccolò Piccinni, in un museo della musica.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile, sullo sfondo a sinistra il Palazzo della Dogana del XVI secolo.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
La "colonna della giustizia" in piazza Mercantile, è costituita da una colonna di marmo bianco sormontata da una sfera e da un leone di pietra accovacciato alla base.
Bari vecchia.
La "colonna della giustizia" in piazza Mercantile, è costituita da una colonna di marmo bianco sormontata da una sfera e da un leone di pietra accovacciato alla base.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
Piazza Mercantile.

Bari vecchia.
Piazza Mercantile.
( Mortadella e Caciocavallo)
A Bari Vecchia c'è un posto aperto da 45 anni che offre ai baresi che affollano il centro storico un classico ed economico panino farcito.
E’ la salumeria del 79enne "Nino", attività assolutamente tradizionale aperta fino a mezzanotte.
Bari vecchia.
Lungomare Imperatore Augusto si estende lungo l’intero percorso dell’antica cinta muraria.
Bari vecchia.
Lungomare Imperatore Augusto si estende lungo l’intero percorso dell’antica cinta muraria.
Il porto vecchio.
Bari vecchia.
Lungomare Imperatore Augusto, di fronte al porto, si trova l’antica cinta muraria della città, quella che i baresi chiamiamo la Muraglia.
Bari vecchia.
A metà del percorso un passaggio aperto nell'antica muraglia mette in comunicazione il Lungomare Imperatore Augusto con la caratteristica piazza San Pietro e la Chiesa di Santa Scolastica, una tra le più antiche chiese della città, edificata tra l’VIII e l’XI secolo e che, oltre alla chiesa, comprende anche un ex monastero.
Bari vecchia.
Situato sul lungomare Imperatore Augusto, di fronte al vecchio porto, ribattezzato Molo Sant’Antonio, il Fortino di Sant’Antonio Abate, edificato per scopi difensivi nel 1440, che insieme a quello di Santa Scolastica, è uno dei quattro baluardi che hanno scandito la cinta muraria di Bari fino al XIX secolo.
Bari vecchia.
Il Porto Vecchio è un luogo molto pittoresco, sullo sfondo l'ex Teatro Margherita in stile liberty, adesso sede di esposizioni.
Bari vecchia.
Il Porto sul lungomare Imperatore Augusto.
Bari vecchia.
Il Porto sul lungomare Imperatore Augusto.
Come ogni mattina al porto avviene il rituale dello “sbattimento del polpo”.
È il rito più “barese” che c’è, praticato da pescatori professionisti e tramandato da padre in figlio di generazione in generazione. La “arricciatura” dei polpi, la tecnica attraverso la quale si rende il più tenero possibile questo mollusco, “re” delle tavole del capoluogo pugliese.
Bari vecchia.
Bari vecchia è uno scrigno di chiese antiche, una di queste è la chiesa di San Giovanni Crisostomo, situata a fianco dell' Arco San Giovanni, è la chiesa più antica di Bari del 1032, di stile romanico, del XII sec. restaurata negli anni Sessanta del secolo scorso, è destinata ai fratelli cristiani di lingua greca, di rito orientale-bizantino.

Bari vecchia.
Chiesa di San Giovanni Crisostomo.
Fu eletta parrocchia, con il nome di San Giovanni Crisostomo, il 7 maggio 1957.
L’altare maggiore è preceduto da una iconostasi dipinta da un famoso prete-artista verso la fine del 1923. Nella parte superiore sono raffigurati scene di santi distribuiti in pannelli, in quella inferiore il Salvatore, la Madre di Dio, S. Pietro e S. Paolo.
Al centro dell'abside vi è una tela della Madonna con le mani volte in alto con Gesù bambino in grembo, del 1968.
Chiesa di San Giovanni Crisostomo.
Sulla parte sinistra una lastra di pietra posta a rivestimento del basso pulpito scolpita con grifoni alati.
Chiesa di San Giovanni Crisostomo.
La chiesa si presenta senza i banchi su cui sedersi, sostituiti da un cordone di scranni da coro in legno che scorre parallelo alle pareti.
Bari vecchia.
Castello Normanno-Svevo.
Fu edificato dai Normanni nel XII sec, distrutto nel 1156 fu ricostruito per volere di Federico II nel 1240.
Un castello affascinante, testimonianza di costruzione medievale, presenta numerosi ampliamenti attribuibili a epoche successive.
Bari vecchia.
Castello Normanno-Svevo.
Il fosso e le sue spesse mura rendono il Castello Normanno-Svevo impenetrabile.
Bari vecchia.
Castello Normanno-Svevo.
Il Castello Normanno-Svevo di epoca bizantina è il simbolo della città di Bari.
Si trova ai bordi della città vecchia a difesa di Bari.
Il Castello Normanno-Svevo.
Il Castello Normanno-Svevo.
All’interno gli scavi hanno riportato alla luce i resti di precedenti costruzioni bizantine e normanne, antichissime mura e resti di una chiesa bizantina a tre navate risalente al X secolo, grazie al ritrovamento di alcune monete appartenenti alla stessa epoca.

Il Castello Normanno-Svevo.
All’interno gli scavi hanno riportato alla luce i resti di precedenti costruzioni bizantine e normanne, antichissime mura e resti di una chiesa bizantina a tre navate risalente al X secolo, grazie al ritrovamento di alcune monete appartenenti alla stessa epoca.

Il Castello Normanno-Svevo.
All’interno gli scavi hanno riportato alla luce i resti di precedenti costruzioni bizantine e normanne, antichissime mura e resti di una chiesa bizantina a tre navate risalente al X secolo, grazie al ritrovamento di alcune monete appartenenti alla stessa epoca.
Agli angoli del Il Castello Normanno-Svevo ci sono quattro grandi torri:
la Torre dei Minorenni o Viscontina, la Torre del Semaforo o della Marina, la Torre Monaco o San Francesco e la Torre del Vento.
Nella torre Viscontina c’è il portale edificato da Federico II, con l'arco federiciano del 200 scolpito.
Torre Viscontina.
Arco federiciano del 200, ingresso al Castello XIII Sec.
La loggia interna del Castello Svevo di Bari affaccia sul bel cortile di gusto rinascimentale, nel quale si può ammirare la scalinata doppia che ha sostituito quella di epoca medievale..
Il Castello Normanno-Svevo.
La loggia interna del Castello Svevo di Bari affaccia sul bel cortile di gusto rinascimentale, nel quale si può ammirare la scalinata doppia che ha sostituito quella di epoca medievale.
Il Castello svevo di Bari è un’imponente fortezza risalente al XIII secolo, oggi adibito a sede museale.
La Gipsoteca.
La Gipsoteca ospita una collezione di riproduzioni in gesso degli apparati scultorei dei più importanti monumenti e cattedrali pugliesi realizzati nel 1911.
Una collezione di pezzi che spiegano l'evoluzione architettonica della Puglia dal Medioevo fino al XX secolo.
(Riproduzione) Leoni della Basilica di San Nicola di Bari
XII Sec. Gesso.
Al piano terreno, sono presenti delle piccole aree di scavi archeologici, dove sono visibili preesistenti strutture di epoca bizantina.
Scavi archeologici.
Il Castello Normanno-Svevo.
La vecchia cisterna esistente da sempre nel castello Svevo.
Bona Sforza, regina di Polonia, giunta a Bari nel 1501, ne fece costruire simili, nella città vecchia, una è visibile alle spalle della Cattedrale di San Sabino.
Il Castello Normanno-Svevo.
Alla destra del cortile, si trova l’ingresso alla piccola cappella che Bona Sforza dedicò a San Stanislao, protettore della Polonia di cui lei era regina.
Ceramiche da mensa.
La collezione di ceramiche da mensa, è la testimonianza della vita di corte nel Castello durante il Rinascimento.
Ceramiche da mensa.
La collezione di ceramiche da mensa, è la testimonianza della vita di corte nel Castello durante il Rinascimento.
Il Castello Normanno-Svevo.
AURELIO AMENDOLA.
Una mostra dedicata a un maestro della fotografia italiana, che ripercorre oltre 60 anni di attività e tutti i generi nei quali l’autore si è sperimentato.
Aurelio Amendola, abile sperimentatore di accostamenti inediti tra antico e contemporaneo, è tra i fotografi più eleganti e prolifici del nostro tempo.
Aurelio Amendola, le sue immagini hanno una forza antica di milioni di anni e, allo stesso tempo, trasmettono melodia e grazia.
La mostra spazia dalle celebri fotografie dell’opera di Michelangelo ai ritratti di Burri, Warhol, Cucchi, Kounellis, Lichtenstein e molti altri.
La mostra spazia dalle celebri fotografie dell’opera di Michelangelo ai ritratti di Burri, Warhol, Cucchi, Kounellis, Lichtenstein e molti altri.
La mostra spazia dalle celebri fotografie dell’opera di Michelangelo ai ritratti di Burri, Warhol, Cucchi, Kounellis, Lichtenstein e molti altri.
La mostra spazia dalle celebri fotografie dell’opera di Michelangelo ai ritratti di Burri, Warhol, Cucchi, Kounellis, Lichtenstein e molti altri.
I lavori di un progetto generale di restauro e recupero della funzionalità del monumento finalizzato alla destinazione di luogo ove concentrare quante più manifestazioni e attività culturali possibile.
Il Castello Normanno-Svevo.
Dalla scalinata a doppia rampa di stile rinascimentale si accede al piano nobile.
Il Castello Normanno-Svevo.
Dalla scalinata a doppia rampa di stile rinascimentale si accede al piano nobile.
La collezione “Vasi Mitici". Gli eroi del Museo Nazionale Jatta” temporaneamente ospitata al Castello Svevo di Bari.
Sala Federico II.
La collezione “Vasi Mitici". Mostra temporanea nella Sala Federico II del Castello Svevo di Bari.
Sala Federico II.
La collezione “Vasi Mitici". Mostra temporanea nella Sala Federico II del Castello Svevo di Bari.
L’esposizione comprende alcuni dei vasi più importanti della collezione, selezionati con l’intento di di offrire una nuova chiave di lettura per dei vasi solitamente esposti all’interno delle sale museali e poco raccontati.
In due saloni vicini, quello aragonese e quello angioino, sono esposte ceramiche e maioliche testimonianza della vita condotta a corte.
Lungo le pareti vari camini intervallati da finestre tonde rinascimentali.
Il Castello Normanno-Svevo.
Il Castello Normanno-Svevo.
Il Castello Normanno-Svevo.
La Torre est.
Il Castello Normanno-Svevo.
La Torre est.
Il Castello Normanno-Svevo.
Il Castello Normanno-Svevo.
Cortile esterno, Torre Sud Ovest.
Bari vecchia.
Arco Basso a destra-Arco Alto a sinistra.
Nel cuore della città vecchia di Bari esiste una via ribattezzata “la via delle orecchiette” o “strada delle orecchiette”. La visita all'Arco Basso dalle signore delle orecchiette è una delle tappe obbligate nel capoluogo pugliese.
Bari vecchia.
Arco Basso.
La via si chiama Strada Arco Basso, perchè caratterizzata da un piccolo tunnel che una volta attraversato porta nella tradizione più antica di Bari Vecchia, quella della produzione delle fantastiche e richiestissime orecchiette baresi.Un dipinto molto rovinato di San Giorgio.
Bari vecchia l'arco e la strada magica delle orecchiette.
Le orecchiette, la deliziosa pasta fresca messa a seccare sui banchi in legno, si può acquistare dalle simpatiche signore.
Queste signore infatti, per permettere ai turisti di portare a casa il gusto tipico delle orecchiette baresi, ripongono la pasta fresca in semplici sacchetti di plastica così da permettere ai turisti di tornare a casa con un gustoso “souvenir” pugliese.
Bari vecchia.
Strada arco basso, la strada magica delle orecchiette.
Bari vecchia.
Bari vecchia.
Strada arco basso, le orecchiette asciugano per strada.
Da un impasto di grano duro si tagliano piccoli pezzi che, con dei gesti rapidissimi, si trasformano in orecchiette di tutte le dimensioni.
Bari vecchia.
Strada arco basso, la strada magica delle orecchiette.
La simpatica e famosa signora Nunzia racconta che da più di 50 anni prepara orecchiette, ha imparato quest’arte dalla sua nonna materna ed è grazie a lei se è diventata una pastaia. “Non è il coltello che dà l’abilità e la forma all’orecchietta, ma il trascinamento”.
Bari vecchia.
Strada arco basso, la strada magica delle orecchiette.
Alle donne piace essere osservate al lavoro, ridere molto, chiacchierare con i vicini o con i turisti di passaggio, le porte delle loro case sono generalmente sempre spalancate.
Bari vecchia.
Strada arco basso, la strada magica delle orecchiette.
Alle donne piace essere osservate al lavoro, ridere molto, chiacchierare con i vicini o con i turisti di passaggio, le porte delle loro case sono generalmente sempre spalancate.
Bari vecchia.
L’Arciconfraternita del SS. Rosario. Chiusa.
Bari vecchia.
Bari vecchia.
Sotto l'arco stellato, si trova l'edicola votiva della "Madonna Addolorata l'Arcangelo Gabriele e San Nicola".
Bari vecchia.
Sotto l'arco stellato, si trova l'edicola votiva della "Madonna Addolorata l'Arcangelo Gabriele e San Nicola".
Bari vecchia.
Chiesa di San Sebastiano.
La Chiesa San Sebastiano (meglio conosciuta per tradizione popolare come Chiesa di Santa Lucia) è del XII secolo.
Fu costruita come cappella privata dalla famiglia Gizzinosi-Ramirez il cui stemma nobiliare è posto sopra la finestra rettangolare della facciata.
Un piccolo campanile a vela conclude la facciata.
La chiesa di San Sebastiano deve il suo aspetto attuale al Cinquecento.
Chiesa di San Sebastiano.
All'interno, composta da un'aula unica, si può ammirare il dipinto settecentesco di San Sebastiano commissionato dalla famiglia Volpicelli.
La riapertura della chiesa risale a qualche anno fa, per volere dei cittadini, i quali si sono prodigati in una sorta di raccolta fondi “porta a porta” per ristrutturarla.
Chiesa di San Sebastiano.
L'altarino in marmo dietro cui campeggia l'antico dipinto settecentesco di San Sebastiano commissionato dalla famiglia Volpicelli.
Chiesa di San Sebastiano.
Il piccolo edificio di culto è stato per tanto tempo una cappella privata, passata per via ereditaria a diverse famiglie, tra cui i Gizzinosi Ramirez e i Volpicelli.
Chiesa di San Sebastiano.
Chiesa di San Sebastiano, meglio nota come chiesa di Santa Lucia perchè vicina ad un'edicola votiva dedicata alla santa.
Strada Casamassimi, conduce all'uscita verso l'arco Alto o verso strada Albicocca.
Bari vecchia.
L'Arco Alto, caratterizzato da un semplice voltone a botte e impreziosito da un’edicola sacra dedicata a San Nicola e l’Addolorata.
Arco Alto, è impreziosito da un’edicola sacra dedicata a "San Nicola e l’Addolorata".
Bari vecchia.
Le piccole edicole votive e le caratteristiche palazzine vengono nascoste dai panni stesi sui balconi.
Bari vecchia.
Largo Albicocca si collega a strada San Sebastiano grazie alla corte
"Lascia fare a Dio" derivante dal soprannome di un abitante secentesco del posto, un certo Gio Batta la Disa che a quanto pare aveva l’abitudine di utilizzare questa espressione.
Bari vecchia.
Largo Albicocca.
Piazza degli innamorati, 14 febbraio 2017.
Bari vecchia.
Largo Albicocca.
Piccola Piazzetta, recentemente rinominata come "piazzetta degli innamorati".
Bari vecchia.
Largo Albicocca.
Piccola Piazzetta, recentemente rinominata come "piazzetta degli innamorati".
Largo Albicocca. L'Arco dove è presente la sede di Peppino Lacarra, politico amministrativo e Assessore al Comune di Bari.
Largo Albicocca. L'Arco dove è presente la sede di Peppino Lacarra, politico amministrativo e Assessore al Comune di Bari.
Bari vecchia.
Piccola edicola votiva con la Madonna e santi.
Bari vecchia.
Arco del Carmine, edicola votiva "San Nicola" rappresentato in stile ottomano, iconografia del xix secolo. 

Bari vecchia.
Bari vecchia. Archi strada San Bartolomeo.
Bari vecchia.
Bari vecchia.
Piccola edicola votiva "Madonna in preghiera".
Bari vecchia.
L'Arco del Crocifisso, una bellissima opera dei fratelli ceramisti Spizzico, un Gesù in croce molto pregiato che da allora dà il nome " Arco del Crocifisso", dal passaggio stretto e basso è tra i più “maltrattati” di Bari, unisce vico de’ Gironda a via Vallisa. Nel gergo popolare i baresi lo chiamano
“arco del piscio” a causa del suo stato di abbandono e degrado.
Bari vecchia.
Edificato tra il 1912 ed il 1914, il Teatro Margherita di Bari si trova nel vecchio porto della città. Un anno dopo, fu distrutto da un incendio che lo devastò interamente.
Nacque il teatro Margherita, costruito in stile liberty, che fu inaugurato nel 1914.
Nel 1943, il teatro Margherita cambiò nome e diventò il Garrison Theatre.
Ormai occupato dall’esercito angloamericano, diventò un luogo per intrattenere le truppe alleate fino al 1946, data in cui la struttura fu modificata un’altra volta per diventare esclusivamente un luogo di cinema.
Bari vecchia.
Ex Teatro Margherita.
All’interno del bellissimo edificio in stile liberty che caratterizza il lungomare del capoluogo pugliese, sono esposte le opere più famose ed enigmatiche dell’artista britannico.
Ex Teatro Margherita.
Bari vecchia.
Ex Teatro Margherita.
Dopo numerosi anni in totale disuso e in abbandono dal 1980, il Teatro è stato riaperto nel 2009 in seguito ad un lungo restauro interno e esterno, convertendo lo spazio del teatro in un centro per le arti contemporanee.
La mostra di Banksy è intitolata "Il Realismo Capitalista" e contiene una selezione di serigrafie originali più celebri e provocatori. Queste immagini hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
Banksy. Di-Faced Tenner, è una falsa banconota da £.10 raffigurante Lady Diana con sopra l’iscrizione “Banksy of England” e il motto: “Prometto di pagare al portatore su richiesta il prezzo finale”.
Sostituendo il ritratto della Regina Elisabetta II con quello della defunta Principessa Diana, si mette in atto una sottile provocazione e affronta il delicato tema dell'allontanamento di Diana dalla famiglia reale e della sua critica all'istituzione britannica.
Banksy. CND soldier. Rappresenta due soldati che dipingono il simbolo della pace.
Banksy. Happy Choppers. Elicotteri durante la guerra in Corea, con fiocchi rosa.
Banksy. Due uomini vestiti da banana, i due uomini hanno un costume, come se fossero dei bambini, e quindi non certo adatti a fare la guerra.
Banksy. Flying Copper, del 2003, il volto di un poliziotto inglese con le ali da angioletto.
Il messaggio è irriverente e inquietante, le cosiddette forze dell’ordine ci proteggono?
Banksy. Rudy Copper.
Questo stencil nel tipico stile in bianco e nero dell’artista raffigura un poliziotto, che provoca lo spettatore.
Banksy. Pulp Fiction, un omaggio al film di Tarantino, in cui i protagonisti Vincent e Jules impugnano banane al posto delle pistole.
Banksy. Jack & Jill (Police Kids). Due bambini indossano un giubbotto della polizia raffigurando un’infanzia apparentemente felice e spensierata nascondendo l’iperprotettività familiare legata alle varie preoccupazioni genitoriale.
Banksy. Turf war. Icona punk con tanto di cresta mohawk.
Durante una manifestazione di anarchici nel centro di Londra, qualcuno colloca una zolla d’erba sulla testa della statua di bronzo di Winston Churchill, storico primo ministro inglese.
Banksy. Bomb Love.
Rappresenta una bambina intenta ad abbracciare una bomba, come fosse un giocattolo.
Il contrasto tra la guerra, rappresentata dall’ordigno, e l’innocenza, rappresentata dalla bambina, trovano nell’opera un punto di incontro.
Banksy. Queen, raffigura la regina Elisabetta con la faccia da scimmia.
Lo stencil in bianco e nero mostra la scimmia agghindata di corona e gioielli reali e compare su di uno sfondo dai colori della bandiera inglese che ricorda un bersaglio.

Banksy. La severa Queen Victoria, questa opera su carta dal significato chiaramente provocatorio, ritrae la Queen Victoria nell’atto del “queening”, con scettro e corona, ma anche con stivali di pelle con il tacco, gonna e giarrettiera, evidenzia lo stacco tra nobiltà e mondanità. in una posa sessuale saffica.
La severa Queen Victoria, per le leggi antigay e omofobe, nell’opera diventa un simbolo contro cui lottare.
Banksy. Love is in the Air, un lavoro su carta raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori a Gerusalemme,
Banksy. Love is in the Air, lo stencil (pittura acrilica) apparso per la prima volta nel 2003 su un muro di Gerusalemme, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori.
Banksy. La "Virgin Mary", detta anche Toxic Mary per l’etichetta del veleno sul biberon, che rappresenta una tipica immagine della Madonna con suo figlio.
Simboleggia sia la posizione assunta dalla Religione che la cattiva educazione impartita ai propri figli.
La cupola stile liberty del Teatro Margherita.
Delicati dipinti murali della cupola stile liberty, maschere, festoni e elementi vegetali degli stucchi dorati.
Nelle quattro nicchie sono dipinte delle figure femminili, mentre nel cielo azzurro dei gruppi di cherubini trasportano lunghe ghirlande fiorite.
La cupola stile liberty delicatamente decorata su un cielo azzurro dove gruppi di cherubini trasportano lunghe ghirlande fiorite.
Ex Teatro Margherita.
Banksy. I topi, simboli del declino della società ed emblema di tutte le pecche dell’umanità, prime fra tutte la guerra e le disuguaglianze.
Banksy. Flying Copper, del 2003, il volto di un poliziotto inglese che, alle sue spalle, ha anche le ali da angioletto, il messaggio è irriverente e inquietante: le cosiddette forze dell’ordine ci proteggono come dicono o fanno altro?
Banksy. Murales Balloon Girl.
La bambina con il palloncino rosso che le sfugge di mano a causa dell'improvviso vento, da qui messaggio di speranza di poterlo ritrovare, realizzato nel 2002 con la tecnica graffiti stencil nelle scale del Waterloo Bridge.
Banksy.Love is in the Bin.
Il dipinto Balloon Girl è stato venduto all'asta di Londra per 1.184.360 €, ma pochi secondi dopo l'aggiudicazione dell'asta, il dipinto ha iniziato inaspettatamente ad autodistruggersi. L'acquirente ha voluto acquistarlo ugualmente allo stesso prezzo. A quanto pare Banksy, o chi per lui, aveva inserito un meccanismo di autodistruzione nella parte inferiore della cornice.
La "prima opera d'arte nella storia ad essere stata creata dal vivo durante un'asta". A seguito di q uesto "incidente", Banksy ha voluto cambiare il nome alla sua opera in
"Love is in the bin", ovvero "L'amore è nel cestino".
Teatro Margherita.
Bari vecchia.
Lungomare Imperatore Augusto.
Ex Teatro Margherita, un teatro originariamente galleggiante sul mare dalla storia travagliata e affascinante. Oggi è sede di eventi e mostre di interesse internazionale.
Bari vecchia.
Lungomare Imperatore Augusto.
Il Teatro Margherita è il primo edificio realizzato a Bari in cemento armato e unico in Europa per la particolare costruzione su palafitte.
Bari vecchia sotto la pioggia.
La Cattedrale di San Sabino.
Un esempio di architettura romanico pugliese a Bari.
Sorta fra il XII e il XIII secolo sulle rovine del Duomo bizantino distrutto dal normanno Guglielmo il Malo, la Cattedrale presenta una facciata in bianca pietra calcarea, ornata da archetti, il rosone, posto al centro, è costituito da diciotto petali.
La Cattedrale di San Sabino.
Il pulpito è ricomposto con materiali provenienti dalla chiesa precedente e da altri edifici distrutti, originari del XI e XIII secolo.
La Cattedrale di San Sabino.
L’interno a tre navate si presenta spoglio ma solenne e armonioso, costituito da tre navate separate da due file costituite dalle due alle otto colonne appartenenti al periodo bizantino.
Sulla settima arcata al lato destro della navata, è possibile notare il pulpito che, dopo essere stato distrutto e rovinato con il passare del tempo, è stato poi ricomposto con alcuni frammenti originari appartenenti all’XI e al XII secolo.
La teca con le reliquie di Santa Colomba di Sens.
Come le reliquie di una Santa Spagnola/francese, possono arrivare a Bari.
Dopo san Nicola questa Santa è molto venerata dagli ortodossi, è addirittura Patrona di Rimini, e dai turisti francesi e spagnoli che ne cercano le spoglie, quando vengono a Bari.
Queste reliquie, di Santa Colomba di Sens sono omaggiate l’ultimo giorno dell’anno, 31 dicembre, giorno del suo martirio.
In primo piano una delle 24 colonne della cripta.
Sotto il transetto si trova la cripta settecentesca, e posta sull’altare maggiore l’icona della Vergine Odegitria con riza del XVI secolo, che significa la madre che indica la via della salvezza, dove il 26 febbraio del 1984 papa Giovanni Paolo II sostando in preghiera procedette alla sua incoronazione.
Nella cripta sono conservate anche le reliquie di san Sabino, vescovo di Canosa, traslate nel 950.
Nella cripta settecentesca splendidi marmi esaltano l'icona della Madonna Odegitria con riza del XVI secolo, giunta nel porto in seguito a una violenta tempesta.
La cripta settecentesca, composta da 24 colonne su tre file.
La cripta settecentesca.
La cripta settecentesca.
La cripta settecentesca, un ambiente ricco di colonne e stucchi dorati.
La Cattedrale di San Sabino.
Il fonte battesimale.
Il trono vescovile nell’abside, realizzato assemblando parti di epoche precedenti recuperate dalle rovine della chiesa bizantina precedente.
Un quadro con una cornice dai colori vivaci, raffigura San Sabino barbuto.
Nell'abside qui a sinistra esistono tracce di affreschi del Duecento.
Nell'abside qui a sinistra esistono tracce di affreschi del Duecento.
Nell'abside qui a sinistra esistono tracce di affreschi del Duecento.
Vicino all’altare, nella penultima arcata, vi è l' elemento più prezioso custodito all’interno della cattedrale, l' ambone dell’XI secolo in stile normanno, decorato da un’aquila.
Vicino all’altare, nella penultima arcata, vi è l' elemento più prezioso custodito all’interno della cattedrale, l' ambone dell’XI secolo in stile normanno, decorato da un’aquila.
Bari vecchia.
Corte del Catapano, un breve tratto di strada denominata corte del Catapano che va dalla strada di Palazzo di Città a largo Urbano II, l’antica corte del catapano in cui sorse la Basilica di San Nicola.
Bari vecchia. Strada Palazzo di Città.
Edicola votiva dell’arco nicolaiano.
Arco e edicola di Ruga Francigena San Nicola.
Questa via, è molto frequentata perchè a ridosso di Piazza Mercantile.
Bari vecchia.
La Chiesa del Santissimo nome del Gesù del XVI secolo, situata in Vico Gesuiti, fu commissionata da un nuovo Ordine religioso dei "Gesuiti" durante la Riforma Romana.
Il portale cinquecentesco è sormontato nella parte superiore da un finestrone rettangolare, mentre su quella inferiore da una cornice barocca di conchiglie sulle quali si erge uno stemma.
La Chiesa del Gesù è uno dei pochi edifici sacri costruiti ex novo nella città pugliese in stile barocco.
Dal 1987 è stata affidata ai "Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme", il cui simbolo è rappresentato dallo stemma con cinque croci.
Qui a destra l'altarino in marmo con la tela ad olio, raffigurante il gesuita San Francesco Saverio.
Sull’altare maggiore è collocata la statua di Gesù.
Davanti all'altare maggiore i laici "Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme"
Davanti all'altare maggiore i laici "Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme"
Davanti all'altare maggiore i laici "Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme", indossano un lungo mantello bianco con su disegnata la croce di Gerusalemme, un simbolo formato da cinque croci, cinque come le piaghe di Cristo, alcuni indossano sul capo un cappello di velluto nero.
La tela del 700, raffigura Sant'Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù, che sorregge il libro della sua Regola.
La cappella con il Crocifisso ligneo e ai suoi piedi l'Addolorata.
La cappella di San Nicola.
Bari vecchia.
Chiesa di Sant'Anna. Strada Palazzo di Città, 63 (chiusa).
Sosta per il pranzo. "Orecchiette" e "Risotto".
"La Cantina dello Zio" si trova in Strada Palazzo di Città ,51 una stradina tranquilla nel cuore della Bari vecchia. Appena ci siamo sedute siamo state accolte con delle olive e una ciotola di taralli pugliesi.
Lungomare Nazario Sauro.
Il Palazzo della Provincia di Bari, costruito nel primo trentennio del Novecento (1932-1935) con l’imponente Torre dell’Orologio, alta 63 metri e visibile anche da lontano mentre si passeggia sul lungomare.
La Pinacoteca “Corrado Giaquinto” è collocata al 4° piano dello storico Palazzo.
La Pinacoteca “Corrado Giaquinto”.
La mostra "Orme di Anime Inquiete" di Anna Maria Di Terlizzi.
Le sculture in esposizione sono nove figure di donne con il burqa dalle tinte forti e a grandezza naturale che rappresentano l'attuale universo femminile mediorientale tormentato, ma anche tutte le donne vittime di violenza e le forme di pozzanghere rosso sangue.

Santa Margherita. San Nicola.

Sala II
San Sebastiano. In legno scolpito, dipinto e dorato.
Sala II
Affresco staccato di San Vincenzo e San Teodoro.
Esposizione di Giovanni Bellini.
Il bellissimo dipinto di "San Pietro martire".
di Giovanni Bellini.
Sala X
Dipinto Sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria
Autore: Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino.
Dipinto Volto Santo. San Rocco.
Sala V
Dipinto Madonna con Bambino in trono tra San Francesco d'Assisi e Santa Caterina d'Alessandria, con donatore (Madonna di Costantinopoli).
Scultura Gesso Autoritratto. Autore Filippo Cifariello.
Sala V
Dipinto Storie di Cristo e della Vergine.
Sala V
Madonna con Bambino e San Giovannino. DipintoNatività.
L'Annunciazione dell'amore.
Sala VI
Maddalena.
Sala VII
Dipinto Madonna con Bambino in trono tra Sant'Enrico d'Upsala e Sant'Antonio da Padova.
Sala VII
Dipinto San Rocco e gli appestati. Tintoretto. Dipinto Madonna con Bambino tra Santa Caterina d'Alessandria e Sant'Orsola, con offerente.
Sala VII
Dipinto San Girolamo. Dipinto Martirio di San Sebastiano.
Sala VIII
Dipinto Assunzione della Vergine e il Dipinto San Gaetano che adora Cristo risorto.
Sala IX
Dipinto Cristo e la Samaritana.
Sala IX
Dipinto Martirio di Sant'Agata.
Dipinto Incontro di Rachele e Giacobbe.
Sala IX
Dipinto Rebecca al pozzo.
Sala X
Dipinto Sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria.
Sala X
Santa Caterina d'Alessandria. Chiamata di San Matteo.
Esposizione in vetrina di Presepi Natalizi con vari personaggi.
Esposizione in vetrina di presepi napoletani del Settecento con vari personaggi.
Sala XIII
Dipinto Addolorata.
Ceramiche in esposizione alla Pinacoteca.
Sala XIV
Scultura Madonna allattante con Bambino (Madonna delle Grazie) Cartapesta e legno.
Sala XIV
Dipinto "Svenimento della puerpera" e "Il bimbo malato" Autore Giuseppe Bonito.
Sala XV
Dipinto San Giovanni da Capestrano in gloria appare a San Pietro d'Alcantara e il dipinto
Deposizione dalla croce. Autore Luca Giordano.
Sala XV.
Dipinto La vergine appare al beato Reginaldo d'Orléans e
il dipinto Partenza di Rebecca. Autore Luca Giordano.
Sala XV
Dipinto Deposizione di Cristo nel sepolcro. Autore Luca Giordano.
Sala Giaquinto.
Dipinto Ulisse e Diomede nella tenda di Reso. Autore Corrado Giaquinto.

Sala Giaquinto.
Dipinto Trionfo di Giuseppe I. Autore Corrado Giaquinto.
Sala Giaquinto.
Dipinto Natività di San Giovanni Battista Autore Corrado Giaquinto
Corrado Giaquinto, il cui nome oggi intitola la Pinacoteca, è un pittore pugliese (precisamente di Molfetta) vissuto del XVIII secolo.
Sala XVI
Dipinto Sant'Antonio Abate. Autore Pietro Bardellino.
Sala XVII
Dipinto "Adorazione dei pastori" Autore Andrea Celesti. Dipinto "Giacobbe, Labano, Rachele" Autore Oronzo Tiso.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Dipinto In Corte d'Assise .Autore Francesco Netti.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Dipinto La siesta. Autore Francesco Netti.
Sala XVIII: Saletta dell'Ottocento
Dipinto La partenza del bersagliere. Autore Gerolamo Induno.
Sala I. Collezione Grieco
Dipinto Donna che cuce. Autore Gioacchino Toma.
Sala I. Collezione Grieco
Dipinto Al pianoforte. Autore Giovanni Boldini.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
1 Dipinto Nuda sul letto. Autore Francesco Netti.
centrale Dipinto Controluce. Autore Giuseppe De Nittis.
2 Dipinto Il paravento giapponese. Autore Giuseppe De Nittis.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Dipinto I figli del popolo. Autore Gioacchino Toma.
Sala XVIII: Saletta dell'Ottocento
Dipinto Il sequestro o Nudo patriottismo Autore Teofilo Patini.
a sinistra Dipinto Madonna. Autore Domenico Morelli.
a destra Dipinto Ritratto virile. Autore Bernardo Celentano.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Dipinto Madonna. Autore Domenico Morelli.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento.
centrale Dipinto Nel mio studio. Autore Luca Postiglione.
Dipinto Testa di donna, Autore Francesco Netti.
Dipinto La sigaretta post prandium. Autore Francesco Netti.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Scultura Il riposo in Terracotta su base lignea originale. Autore Raffaele Belliazzi.
Sala XVIII. Saletta dell'Ottocento
Scultura Il riposo in Terracotta su base lignea originale. Autore Raffaele Belliazzi.
Sala XVIII: Saletta dell'Ottocento.
Paesaggi, dipinto a doppia faccia dell’artista Giacinto Gigante.
Allegoria della fortuna con il simbolo di pace e prosperità.
Collezione Grieco, Sala 1
Una preziosa raccolta di dipinti della seconda metà dell'800 e del primo '900.
Dipinto "Ritorno della cavalleria" Autore Giovanni Fattori.
Sala I. Collezione Grieco
Dipinto Ritratto d'uomo. Autore Michele Cammarano.
Sala II. Collezione Grieco
Dipinto Natura morta . Autore Mario Mafai.
Sala I. Collezione Grieco
Dipinto Servetta. Autore Antonio Mancini.
Sala I. Collezione Grieco.
Dipinto Fanciulla con un fascio di fiori. Federico Zandomeneghi.
Sala III: Collezione Grieco
Case nel bosco 1931. Carlo Carrà.
Sala III: Collezione Grieco
Sala III: Collezione Grieco
Sala III: Collezione Grieco
Dipinto Donne al mare. Autore Massimo Campigli.
Sala III: Collezione Grieco
Dipinto Burano. Autore Filippo De Pisis.
Sala III. Collezione Grieco
Dipinto Paesaggio. Autore Giorgio Morandi.
Sala III: Collezione Grieco
Dipinto "Cavalli" Autore Giorgio De Chirico.
Sala II. Collezione Grieco.
Sala II. Collezione Grieco.
Dipinto Ragazza sulla poltrona. Autore Felice Casorati.
Sala del Novecento.
Sala del Novecento.
1°Dipinto La lettura (Ritratto di Silvia Epifani) 4°Dipinto Autoritratto (Tormento).
Sala del Novecento.
1°Dipinto La lettura (Ritratto di Silvia Epifani) 4°Dipinto Autoritratto (Tormento).
Sala del Novecento. "Rosolacci".
Sala del Novecento.
Le forme "Ellissi" sul pavimento di Nicola Carrino.
Sala del Novecento.
Pino Pascali “9mq di pozzanghere”
Sala Novecento.
Sala Novecento.
Sala Novecento.
Francesco Romano. Giardino fiorito.
Sala Novecento.
Sala Novecento.
Sala Novecento.
La Sala della Giunta, che un tempo era una biblioteca, al centro un lungo tavolo illuminato da un lampadario, in ferro battuto.
San Nicola protettore dei marinai, dei bambini e custode della loro salute.
Un dipinto donato alla Pinacoteca di Bari dagli alunni del Liceo artistico di Bari.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate con le coppie di lampade simili fiaccole.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate con le coppie di lampade simili fiaccole.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’immenso scalone d’onore, tra il bianco granitico dei marmi e le vetrate istoriate.
L’imponente Sala del colonnato, un ampio porticato con arcate rette da colonne in granito e una gigantesca scultura che rappresenta l’agricoltore.
Lungomare Nazario Sauro.
Il Palazzo della Provincia di Bari, costruito nel primo trentennio del Novecento (1932-1935) con l’imponente Torre dell’Orologio, alta 63 metri e visibile anche da lontano mentre si passeggia sul lungomare.
Lungomare Nazario Sauro.
Regione Puglia Presidenza/Giunta Regionale.
Lungomare Nazario Sauro.
Lungomare Nazario Sauro.
Sullo sfondo la Chiesa Parrocchiale san Giuseppe.
Lungomare Nazario Sauro.
La grande e possente Caserma Bergia dei Carabinieri costruita in epoca fascista nel 1932, la statua in bronzo che rappresenta la Fedeltà.
Lungomare Nazario Sauro.
La grande e possente Caserma Bergia dei Carabinieri costruita in epoca fascista nel 1932.
Lungomare Nazario Sauro.
Lungomare Nazario Sauro.
La grande e possente Caserma Bergia dei Carabinieri costruita in epoca fascista nel 1932, la statua in bronzo che rappresenta la Giustizia.
Lungomare Nazario Sauro.
Assessorato Agricoltura Regione Puglia.
Lungomare Nazario Sauro.
Lungomare Armando Perotti.
Il lungomare Armando Perotti conduce sino alla famosa spiaggia cittadina barese dal nome "Pane e Pomodori".
Lungomare Armando Perotti.
Pane e Pomodoro è una lunga e ampia spiaggia libera.
Principalmente ricoperta di sabbia bianca e fine, ma anche zone con piccoli ciottoli sulla riva.
Lungomare Armando Perotti.
La zona su cui sorge la spiaggia Pane e Pomodoro porta quel nome da sempre.
Pare derivi dal fatto che un tempo qui erano coltivate delle piante di pomodoro, chi veniva a farsi il bagno ne approfittava per cogliere i rossi frutti e farcendo così il proprio panino.
Lungomare Armando Perotti.
Pane e Pomodoro è la famosa spiaggia di Bari, una spiaggia aperta a chiunque abbia voglia di farsi un bagno.
Lungomare di Crollalanza.
Istituto Tecnico Commerciale.
Bari vecchia.
Lungomare Augusto Imperatore.
Tutta la Muraglia è abbellita da una serie allineata di colonne recuperate da templi e costruzioni romane, da palazzi nobiliari e case popolari con corti, vicoli e scale.
Bari vecchia.
Lungomare Augusto Imperatore.
Percorriamo tutta la Muraglia di Via Venezia, abbellita da una serie allineata di colonne recuperate da templi e costruzioni romane, da palazzi nobiliari e case popolari con corti, vicoli e scale.
Bari vecchia.
Il punto più alto della Muraglia di Via Venezia il Fortino di Sant'Antonio.
Bari vecchia.
Dall' alto della Muraglia di Via Venezia, uno sguardo sulla città vecchia.
Bari vecchia.
Dall' alto della Muraglia di Via Venezia, uno sguardo verso il mare.
Bari vecchia.
Via Venezia. Una casa con le persiane verdi ricca di piante e fiori, un vero e proprio giardino fatto di aiuole e vasi appesi alle pareti bianche.
Bari vecchia.
Dall' alto della Muraglia di Via Venezia, uno sguardo verso il caratteristico lungomare di Bari.
Bari vecchia.
Via Venezia, una sosta nel piccolo ristorante "Venezia 40" per l'acquisto dei "Panzerotti fritti" farciti con gorgonzola e noci / ricotta mozzarella.
Piccolo ristorante "Venezia 40"Venezia 40.
Si rientra..sorvoliamo il Vulcano di Napoli.
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